PREDATORI D' ALTRI CONTINENTI




Sia in Italia, che nella maggior parte delle acque Europee, i pesci predatori insidiabili con la tecnica dello spinning sono conosciuti ormai da tutti, abbiamo infatti: trote, lucci, persici e lucci-perca e salmoni (nord Europa). Al di fuori del nostro continente ci sono un gran numero di pesci predatori più o meno conosciuti, e più o meno rari che popolano laghi e fiumi di terre lontanissime da noi. In questo articolo faremo una panoramica su alcuni dei più strani e sconosciuti predatori che si possono catturare in Africa, Nord e Sud America e Oceania; parleremo di musky, payara, goliath tigerfish, snakehead, arapaima, gar alligator, barramundi, taimen, arawana, tigerfish, traira

 

Payara

Il payara appartiene alla famiglia dei Cynodontidi (Hydrolicus scomberoides;)
La traduzione letteraria del suo nome potrebbe essere “pesce con i denti di cane”; ed è anche chiamato “pesce Dracula”. Infatti la parte sottostante della sua mascella ospita due denti enormi e totalmente sproporzionati facendo questo pesce in tempi antichi una vera e propria leggenda ed un pesce molto temuto; è quasi una specie di pesce preistorico.
Taglia massima: è può raggiungere e superare il peso di 20 chilogrammi L’attuale record IGFA per questo pesce è di 17.80 chili ed è stato catturato nel 1996 in Venezuela nelle famose cascate Uraima
Un pesce di una decina di chili ha due canini lunghi almeno 15 centimetri. Questa possente dentatura permette al payara di poter catturare ed uccidere all’istante prede che sono grandi anche la metà della lunghezza del suo corpo.
Questi predatori hanno un corpo molto possente, con una colorazione argentata, ma al tempo stesso sono pesci molto delicati, una volta catturati devono essere rilasciati abbastanza in fretta, pena la morte del pesce in breve tempo.
l payara preferisce fiumi con acqua corrente e dove vi è parecchia turbolenza. É un pesce opportunista che ama sostare in caccia zone riparate dalla corrente oppure nei fondali più profondi, per avventarsi sulla prima preda che capita a tiro.
Una volta allamato, spesso e volentieri salta, ma le sue fughe sono prevalentemente lunghe e molto possenti. Bisogna aspettarsi che da un pesce di medie dimensioni possa sbobinare anche una cinquantina di metri di lenza. Sebbene questo pesce sia stato molto poco ricercato, in questi ultimi anni è diventato quasi un pesce di culto, vista anche la difficoltà di cattura. A causa della sua strana dentatura, è molto difficile avere una solida allamata quando il pesce abbocca. Spesso e volentieri, infatti, si slama quasi all’istante. E’ anche per questo che nella sua pesca si usano solitamente artificiali molto grossi per aumentare le possibilità di allamata.
Distribuzione: Il Payara è sicuramente il pesce più difficile da trovare poiché la sua distribuzione è più limitata degli altri due predatori. La località sicuramente più famosa al mondo sono le cascate di Uraima in Venezuela e tutto il bacino dell’Orinoco dove i payara sono sempre presenti in buon numero ed esistono lodge attrezzati che propongono questo tipo di pesca. Qui inoltre la taglia media di cattura è sempre piuttosto elevata. Una buona presenza di payara vi è anche sul fiume Xingu in Brasile.
Come si pesca: Il payara non è certo un pesce sofisticato, attacca tutto quello che vede, purchè sia di generose dimensioni. Molto spesso è catturato in drifting con l’esca viva calata in profondità, ma altrettanto spesso può essere catturato in traina con grossi Rapala Magnum da 14 o 18 centimetri. Anche lo spinning è producente e quindi esche artificiali da 12-14 centimetri di tipo affondante sono una scelta molto comune.
Come organizzare un viaggio: Per pescare il payara in Venezuela potete visitare il sito web: www.lostworldadventures.com, interessante anche http://www.payara-fishing.com/ . Due interessanti fiumi brasiliani per la pesca a questo predatore sono Xingu, anche se qui la media di cattura non è così elevata come in Venezuela ed il fiume Tocantins, dove invece le catture sono sicuramente più interessanti. Per pescare rispettivamente in questi due fiumi potete visitare i siti web http://www.ranchixingu.com.br/  e http://www.bananalecotour.com.br/ . Esistono anche interessanti zone di pesca in Peru e Bolivia, ma alquanto remote e mal organizzate.


Musky

Il musky (muskie o muskellunge) è un predatore endemico del continente nord americano ed è imparentato con il luccio di casa nostra. In effetti appartiene anche lui alla famiglia degli ecocidi ed a parte la colorazione ha le fattezze e caratteristiche del nostro luccio. Negli States, insieme al luccio è uno dei predatori più insidiati e ricercati per via della sua taglia e per la difficoltà di cattura.
Distribuzione: Lo si può trovare in molti stati degli del nord degli Stati Uniti ed in Quebec, Ontario e Manitoba per quanto riguarda il Canada. Sicuramente queste due regioni canadesi sono le mete più gettonate per la cattura di questi predatori in quanto la popolazione di musky qui è veramente ben numerosa.
Taglia Massima: Può raggiungere pesi maggiori del nostro luccio ed alcuni record non ufficiosi attestano pesci di 35 chilogrammi catturati negli anni 40 e 50. Nulla è stato provato di concreto, ma l’attuale record IGFA omologato è di un esemplare di 30,61 chili catturato nel lontano 1949 in Wisconsin, Stati Uniti. La taglia media di cattura va all’incirca dai 4 ai 8 chili, ma è normale imbattersi in pesci oltre i 10 chili.
Spesso e volentieri vengono pescati degli ibridi nati da uova di luccio fecondate da un musky; in questo caso il pesce nato viene chiamato tiger musky (musky tigre) poichè ha una particolare colorazione a strisce.
Come si pesca: La pesca è esattamente uguale a quella del nostro luccio, stessa attrezzatura ed esche, quindi canne da spinning da 40-60 grammi o canne da casting da 6 – 6,6 piedi. Anche per le esche artificiali non vi è nessuna differenza, risponde bene sia a minnow che a jerkbait.
Come organizzare un viaggio: Consiglierei di recarsi o in Ontario oppure nel Massachusset; esistono numerosi lodge e guide a cui potersi appoggiare, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Basta andare nel web site di Google o Yahoo e digitare le parole “musky” e “lodge” oppure “guide” e vi verranno segnalate decine e decine di web site diversi.


Il Goliath tigerfish

Il goliath tigerfish, pesce tigre golia, o tigerfish gigante (Hydrocynus goliath) è un parente molto stretto del tigerfish comune ed è di uguali fattezze, tranne che per la mancanza di striature nere sul corpo e per l'enorme peso che può raggiungere. Taglia massima: Infatti può arrivare fino ad un peso di circa 60 chilogrammi ma il peso medio oscilla tra i 30 e i 40 chilogrammi. Una volta allamato è un potente combattente e la sua difesa è costituita da lunghissime fughe interrotte da salti fuori dall'acqua.
Distribuzione: Esso vive nel sistema fluviale del Congo (ex Zaire), nel fiume Lualaba, nel laghi Tanganika e Upemba. Purtroppo queste remote zone si trovano in stati africani a rischio dove la guerra, i massacri e i genocidi sono all'ordine del giorno (Zaire, Ruanda, Burundi) e di conseguenza solo poche persone in anni addietro hanno avuto la fortuna di confrontarsi con questi giganteschi predatori.
Attualmente il record del mondo per il goliath tigerfish è di 44 chilogrammi pescato nel 1988 a Kinshasa in Congo.
Per i piu’ curiosi posso consigliare di acquistare (tramite http://www.amozon.com/ ) il libro “ The largest tigerfish in the world, the Goliath” scritto da Douglas Dann nel quale oltre a spiegare aneddoti e tecniche di pesca effettuate sul fiume Congo, si possono ammirare spettacolari fotografie di esemplari fino ai 50 chili di questo feroce predatore.
Come si pesca: : Questo predatore si pesca prevalentemente con l’esca viva lasciata in deriva con un grosso galleggiante, solitamente dei pesci gatto da mezzo chilo in quanto molto coriacei e possono durare parecchio. Principalmente è insidiate nelle parti centrali del fiume oppure va ricercato vicino tronchi sommersi, rocce o anfratti. Ad ogni modo può essere anche catturato a spinning, ma la ferrata risulta difficile a causa del apparato boccale pieno di denti grosse come zanne! L’attrezzatura deve essere and ogni modo molto resistente, una canna da 3 metri con potenza da 100-200 grammi o superiore. Non è raro agganciare bestioni oltre i 20-30 chilogrammi. Come filo meglio un trecciato da 50 libbre od un buon nylon dello 0,40 minimo
Come organizzare un viaggio: Per il goliath tigerfish il discorso è molto piu’ complicato poichè al momento l’unico posto in Africa dove si puo’ tentare la cattura è sul fiume Congo nei pressi di Kinshasa. Purtroppo queste zone sono al momento un po’ pericolose per via della poca sicurezza e instabilita’ dello stato. Ad ogni modo una organizzazione francese ha da poco intrapreso una operazione turistica volta alla cattura di questi colossi. Per maggiori informazioni scrivete a questa e-mail: tigerfishcampcongo@yahoo.fr


Great snakehead

Snakehead letteralmente vuol dire infatti “testa di serpente”, questo strano pesce ha la testa, ed anche tutto il resto del corpo, che rassomiglia proprio a questo rettile. Sicuramente nella catena evolutiva ha una discendenza molto vicina a quella dei serpenti. Ha una colorazione affascinate: prevalentemente bianca e nera , ma con sfumature rosa, rosse ed a volte blu elettrico. Ha delle mascelle così possenti che la superficie degli artificiali dopo qualche abboccata da parte di questi pesci diventa tutta bucherellata, anche con incisioni profonde.
Distribuzione: Ama vivere in bassi fondali adagiato sul fondo ed in zone con ricca vegetazione in attesa di una preda. Sono molto territoriali, ed attaccano tutto quello che viola i propri confini, per nostra fortuna esche artificiali comprese.
Esistono numerosissime specie di snakehead, principalmente in Asia: Tailandia, Laos, Cambogia, Malesia, Indonesia, ma qualcuna anche in Africa.
A causa delle placche ossee che ha in bocca, la ferrata del pesce è particolarmente difficile e sono necessarie energiche ferrate ed ancorette super resistenti ed affilate. Spesso quelle in dotazione ai normali artificiali d’acqua dolce non sono abbastanza resistenti e devono essere sostituite con modelli da mare.
Taglia Massima: E’ un predatore formidabile, molto agguerrito e famelico, si dice possa raggiungere pesi superiori ai 30 chilogrammi, ma di sicuro e documentato fotograficamente sono stati catturati esemplari fino a 13 chili. Ad ogni modo la taglia media si aggira intorno ai 3-4 chili ed esemplari sui 6-7 chili sono considerati delle belle catture.
Come si pesca: Nonostante lo snakehead ami vivere sul fondo è irrimediabilmente attratto da rumori e vibrazioni provenienti dalla superficie, così che ogni imitazione di pesce o rana che navighi sul pelo dell’acqua attirerà sicuramente l’attenzione di questo pesce. L’esca principe per questo pesce sono i vari tipi di popper e tutte le esche di superfcie. Esistono due tipi di tecniche di pesca per questo pesce. La prima è quella classica, cioè lanciare in zone dove pensiamo possa essere in agguato: piccole anse, baie, in prossimità di vegetazione acquatica od alberi sommersi. Solitamente lo snakehead ama sostare in queste zone in attesa di una preda, un po’ come fa il nostro luccio.
La seconda tecnica è molto più eccitante ed entusiasmante, poichè è una vera e propria caccia al pesce. Prima di spiegarvi come funziona questa tecnica bisogna fare una premessa: infatti lo snakehead dopo la deposizione resta a guardia delle proprie uova ed anche dopo la nascita della prole resta a vegliarli costantemente per settimane. Il colore di questi piccoli pesci dapprima è nero, ma nel giro di alcuni giorni diventa rosso fuoco. Questi piccoli snakhead formano così una palla colorata e facilmente individuabile in condizioni di acqua chiara. Questi pescetti amano restare in superficie e sotto di essi si trova sicuramente lo snakehead femmina ed a volte anche il maschio; la femmina di solito è sempre più aggressiva del maschio e di taglia maggiore.
La tecnica quindi consiste nel navigare a bassa velocità fino ad individuare questa palla di pesciolini e poi avvicinarsi il più possibile con il motore elettrico, altrimenti il rumore li fa affondare, si iniziare a lanciare sopra di essi. In questa tecnica hanno funzionano egregiamente i Rapala Skitter Prop e i Ragot Big Bass soprattutto nei colori sgargianti o nel modello testa rossa con una grossa elica aggiuntiva montata in fronte ad essi. Per insidiare questo predatore, direi che al massimo possiamo dare per una canna da 2,40 o 2,70 con potenza da 20-40 grammi; come filo meglio scegliere un tracciato da 30 libbre.
Come organizzare un viaggio: Per prenotazioni e qualsiasi informazione potete rivolgervi direttamente a Fishing Adventure Thailand di Jean Francois Helias e visitare il suo sito (http://www.fishingasia.com/ ) o contattarlo via e-mail info@fishingasia.com.


Arapaima

L’arapaima è uno dei più grossi pesci d’acqua dolce (insieme al mekong catfish e al white sturgeon) e può superare abbondantemente i 3 metri di lunghezza e i 200 chilogrammi di peso. In questi ultimi anni sta diventando un pesce molto ricercato da pescatori di mezzo mondo grazie alle sue spiccate caratteristiche di forte combattente e per gli spettacolari salti fuori dall’acqua che spesso fa quando allamto. L’arapaima è un famelico predatore, si nutre esclusivamente di pesci di piccole o medie dimensioni, e sua preda principale sono i piranha. Ha un apparato boccale decisamente enorme, ma privo di denti, quindi è costretto ad aspirare ed inghiottire le sue prede.
Distribuzione: L’arapaima è principalmente trovato in tutta la regione amazzonica ed in particolari concentrazioni vicino alla foce del Rio delle Amazzoni e in alcuni fiumi della Guyana come l’ Essequibo e il Rupununi. E’ stato anche introdotto in Asia in alcuni laghi privati e non.
In natura puo’ essere trovato sia in fiumi che laghi, che nella foresta quando vi sono le annuali inondazioni. Puo’ vivere anche in scarsissime condizioni di ossigenamento dell’acqua in quanto in grado di ottenere ossigeno anche dall’aria. Non è infatti raro vedersi salire in superficie a respirare. Questo è anche un sistema per individuarli facilmente e poter posizionare la nostra esca nelle immediate vicinanze.
Sfortunatamente nell’Amazzonia il suo numero è in netto declino in quanto oggetto di pesca intensiva grazie alla bontà delle sue carni.
Come si pesca: L’arapaima si pesca prevalentemente con l’esca viva di solito piranha) o con l’esca morta lasciata in deriva con un grosso galleggiante. Principalmente è insidiate nei fiume e va ricercato vicino tronchi sommersi o vegetazione acquatica. Ad ogni modo può essere anche catturato a spinning, ma l’artificiale prescelto dovrà avere ancorette di buone dimensioni; meglio usare esche “rattlin”. L’attrezzatura deve essere and ogni modo molto resistente, una canna da 2,70 o 3 metri con potenza da 100-200 grammi o superiore. Non è raro agganciare bestioni oltre i 60-80 chilogrammi. Come filo meglio un trecciato da 50 o 80 libbre.
Come organizzare un viaggio: Qui abbiamo due opzioni, o ci si puo’ recare in Brasile alla foce del Rio delle Amazzoni, nei pressi di Belem, dove vi è una gran popolazione di questi pesci ed anche un lodge che propone questa pesca (http://www.pescamazon.com/ ) oppure se gia’ dobbiamo andare per altri scopi vacanzieri in Tailandia, allora fermiamoci a pescare un paio di giorni nel lago di Bung San Lan (http://www.anglingthailand.com/ )


Gar alligator (luccio alligatore)

Il gar alligator o luccio alligatore è il più grande membro della famiglia dei Lepisosteidi; questi pesci sono del tutto simili a grossi alligatori; in quanto a fattezze del corpo, la colorazione e soprattutto l’apparato boccale più di tutti, con delle fauci piene zeppe di denti acuminate. E’ un pesce preistorico che è arrivato fino ai nostri giorni, ci sono tracce fossili della sua esistenza fin dal Mesozoico, tra i 65 e i 230 milioni di anni fa.
E’ un pesce molto coriaceo e soprattutto molto molto vorace e sicuramente un gran avversario una volta allamato.
Tranne l’uomo e gli alligatori non ha nemico o predatori; ha una crescita rapidissima i primi anni, infatti un pesce di oltre un anno puo’ agevolmente superare gli 8 chilogrammi ed è anche un pesce alquanto longevo con esemplari che possono superare i 75 anni di eta’.
Distribuzione: Il gar alligator è presente principalamente negli Stati Uniti, in particolar modo dal Mississipi fino all’Ohio, l’Illinois, in Florida ed in Messico. Sono stati catturati anche degli esemplari in Guatemala ed in Costarica. E’ stato introdotto anche in cattività in alcuni laghi della Tailandia, di Singapore e sembra anche in Malaysia.
Taglia massima: Questo pesce sembra possa raggiungere e suparare i 150 chilogrammi di peso anche se normalmente gli esemplari che vengono catturati hanno un peso oscillante tra i 40 ed i 60 chilogrammi. Ad oggi il record mondiale IGFA per questo pesce è ben 126 chili catturato nel Rio Grande in Texas - USA. Il più grosso gar catturato non a norme IGFA è un esemplare di 178 chilogrammi per 2,60 metri preso in Arkansas nel 1931.
Ci sono poi storie di antiche catture di gar alligator di oltre 3 metri e dal peso di 200 chilogrammi, ma non sono riuscito a trovare valide informazioni o immagini per avvalorare questi racconti.
Come si pesca: Il gar alligator si pesca prevalentemente con l’esca viva o con l’esca morta lasciata in deriva con un grosso galleggiante. Principalmente è insidiate nei fiume e va ricercato vicino tronchi sommersi, rocce o anfratti, un po’ come si fa per il nostro luccio. Ad ogni modo può essere anche catturato a spinning, ma la ferrata risulta difficile a causa del suo coriaceo apparato boccale. L’attrezzatura deve essere and ogni modo molto resistente, una canna da 2,70 o 3 metri con potenza da 100-200 grammi o superiore. Non è raro agganciare bestioni oltre i 50 chilogrammi. Come filo meglio un trecciato da 80 libbre.
Come organizzare un viaggio: Direi che al momento il posto migliore per insidiare questo predatore sia il Texas. Qui vi è un gruppo di guide che propone questa pesca, la migliore è sicuramente Kirk Kirkland (www.texasfishingguides.org/kirkland ). Se invece vogliamo insidiare oltre questo pesce anche l’arapaima nello stesso viaggio allora fermiamoci a pescare un paio di giorni nel lago di Bung San Lan in Tailandia dove sono presenti entrambi i pesci.


Barramundi

Il barramundi è un predatore che appartiene alla famiglia dei centropomidi, come forma assomiglia veramente molto al persico del nilo (di cui è imparentato), ma vive in luoghi molto lontani e differenti. Anch’esso ha un corpo ricoperto da grosse squame, un apparato boccale sovradimensionato ed è un ottimo predatore di pesci di piccole e medie dimensioni. E’ il principale target di migliaia di pescatori a spinning grazie alle sue capacità acrobatiche una volta allamato ed alle sue doti di stenue combattente.
Distribuzione: Questo predatore ha una distribuzione abbastanza ampia, che va dalla Asia meridionale (Cina, Tailandia, India, Laos, Vietnam,Indonesia, Malaysia ecc) fino all’emisfero Australe con Papua Nuova Guinea e Australia che sono considerati gli hot spots per questo pesce. E’ comunque in Australia dove viene più ricercato e dove esistono un gran numero di guide e centri di pesca che propongono la cattura di questo famelico predatore. Ha una prevalenza per i fiumi e per sostare nei pressi delle loro foci. Conoscere esattamente le maree è fondamentale per ottenere un buon successo; una esperta guida è quindi assolutamente necessaria.
Taglia massima: La taglia media di questo pesce dipende molto dalle zone dove viene pescato, diciamo che indicativamente può variare dai 3 ai 5 chili, ma non è raro catturare pesci oltre i 10 chilogrammi. Un pesce record è considerato oltre i 20 chilogrammi, ma l’attuale record del mondo vede al primo posto un “bestio” di ben 37 chilogrammi catturato nel Queensalnd nel 1999.
Come si pesca: Il barramundi è il classico predatore che ama esche voluminose e dai colori sgargianti; ancor meglio se dotate di rattlin, in quanto spesso e volentieri il suo habitat ideale sono acque velate o decisamente torbide. Quindi il rumore prodotto dalle palline di acciaio contenute nell’esca sono un gran bel richiamo. La misura dei minnow può variare dai 9 ai 18 centimetri purchè dotati di ancorette di buona fattura e resistenza. Come attrezzatura una canna da spinning da 40-60 grammi in misura di 2,40 metri o 2.70 puo’ essere più che sufficiente. Come filo, un trecciato da 20 o 30 libbre è più che ottimale. Conviene sempre utilizzare un terminale di nylon del 0,60 in quanto questo pesce ha la capacità di tagliare il filo con le sue taglienti branchie.
Come organizzare un viaggio: Per chi volesse pescarlo, quindi non c’è posto al mondo migliore che il nord dell’Australia in quanto ad organizzazione e qualità di pesca. Date una occhiata al sito web http://www.seafaris.com/ . Se cercate in internet vi renderete comunque conto che qui esistono numerosissime guide che propongono la pesca di questo predatore.



Taimen

Il taimen è una sorta di grosso trotone che ama vivere in fiumi medio larghi e che oltre a predare altri pesci si diletta ad attaccare topolini che attraversano il fiume o scoiattoli che si avvicinano per dissetarsi. Una vera e propria macchina da caccia.
E’ sicuramente un predatore molto spettacolare in quanto se pescato con esche di superficie, il più delle volte farà degli attacchi alla nostra esca da cardipolame, con delle cacciate e bollate enormi. (un po’ quello che succede pescando a spinning in mare i giant trevally). Sfortunatamente chi lo ha catturato dice che il suo combattimento e la sua resistenza non è paragonabile alla sua mole.
Distribuzione: La sua distribuzione è veramente molto ampia, ma per la maggior parte si trova in luoghi semi inaccessibili per la lontananza della civiltà o per le rigide temperature. Infatti esso popola una gran parte dei fiumi della regione Siberiana della Russia. L’hot spot migliore, e ad oggi è l’unico disponibile, sono i fiumi della Mongolia. Sicuramente non un posto vicino e a portata di tutti. Solo per raggiungere queste mete sono necessari almeno 3/4 giorni dalla partenza dall’Italia. Bisogna prendere un volo per la Korea, da qui un altro volo per la Mongolia ed una volta arrivati bisognerà proseguire in macchina per almeno 12-24 ore prima di raggiungere le zone migliori.
Taglia massima: Il taimen è uno dei più grossi salmonidi esistenti. Qualcuno di voi storcerà il naso a questa affermazione in quanto sicuramente il king salmon è considerato da molti libri il salmonide più grosso che esista. Questo però non è vero in quanto esistono reports che indicano che nel lontano 1943 un taimen di ben 104 chili fu catturato tramite reti in Siberia. Ad ogni modo prove realmente tangibile e documentate con fotografie confermano la cattura di taimen di 55,8 chili.
L’attuale record del mondo IGFA è un esemplare 41.95 chilogrammi catturato sul Keta river in Siberia. Oggi comunque la taglia media di cattura si aggira sui 8-15 chilogrammi.
Come si pesca: Come detto è un predatore quindi minnow galleggianti di generose dimensioni sono ottimali; sembra prediliga minnows snodati. Come dimensioni staremo sui 11 14 centimetri con colorazioni naturali; solo verso sera meglio usare colori più sgargianti. Imitazioni galleggianti di topolini sono a detta di tutti sicuramente la migliore esca per i taimen più grossi.
Come canna una 2,70 o 3 metri con potenza di 40-80 grammi ed un nylon del 0,35 od un trecciato da 30 libbre è la scelta migliore.
Come organizzare un viaggio: Come detto la meta migliore ed unica al momento è la Mongolia. Date un occhiata al sito web: http://www.fishmongolia.com/




Arawana

L’arawana è un fantastico predatore del Sud America, ha un corpo notevolmente compresso ed un apparato boccale decisamente sproporzionato. L’arawana preda praticamente di tutto ed anche se piccoli pesci sono la sua preda principale non disdegna di fare salti fuori dall’aqcua anche di oltre un metro per inghiottire grossi insetti o piccoli uccelli che si appoggiano ai rami nelle vicinanze dell’acqua.
Inutile dire che una volta agganciato la sua principale difesa sono una serie innumerevole di salti fuori dall’acqua.
Distribuzione: L’arawana può essere trovato e pescato esclusivamente nel bacino amazzonico; abita sia fiumi che laghi e non disdegna acqua stagnante a basso contenuto di ossigeno. Spesso e volentieri puo’ essere trovato in branchi di 7-8 esemplari; abboccate multiple sono quindi parecchio comuni.
Taglia massima: Sembra che possa arrivare ad oltre 10 chilogrammi anche se l’attuale record del mondo è solo di poco superiore ai 4 chili. La taglia media che si incontra è di pesci tra i 2 e i 3 chilogrammi.
Come si pesca: : Per insidiare questo predatore, direi che al massimo possiamo dare per una canna da 2,40 con potenza da 15-40 grammi; come filo meglio scegliere un tracciato da 20 libbre.
Sicuramente catturanti tutte le limitazioni di pesciolini, ma soprattutto popper e propeller. Non ama esche troppo voluminose, meglio stare tra i 7 e gli 11 centimetri al massimo. Il colore non ha molta importanza. L’apparato boccale è piuttosto coriaceo e quindi è necessario fare delle potenti ferrate.
Come organizzare un viaggio: Esistono numerosissimi tour operators o agenzie che organizzano viaggi nella regione Amazzonica (Brasile, Venezuela); ecco alcune di esse: www.amazonsportfishing.com.br; http://www.ranchioxingu.com.br/ ; http://www.amazontours.com/ . Ovvio che andare fino in Amazzonia per questo pesce è un po’ riduttivo, nel mentre che si pescano i pescock si puo’ tentare di catturare anche questo predatore.


Tigerfish

Il tigerfish o pesce tigre è un pesce di grande valore sportivo che richiama sui fiumi Africani numerosi appassionati che lo insidiano principalmente con la tecnica dello spinning e della mosca.
Il tigerfish è un pesce singolare che popola buona parte dei laghi e fiumi africani esso é molto apprezzato dai pescatori sportivi grazie alla spropositata forza e combattività ed ai numerosi salti che effettua una volta allamato. Ha una colorazione argentea orizzontalmente striata da bande nere ed è facilmente riconoscibile per sua poderosa dentatura. I suoi denti a forma conica possono raggiungere i 2,5 - 3 centimetri e se danneggiati o persi ricrescono in breve tempo.
Il tigerfish è un insaziabile predatore ed è capace di attaccare pesci di quasi la metà della sua lunghezza; la sua dieta è composta esclusivamente da altri pesci quali: kapenta, tilapia ed altri suoi simili.
Taglia massima: Esso può crescere fino ad una dimensione massima di 70 centimetri ed arrivare ad un peso di circa 15 chilogrammi. Attualmente il record IGFA all-tackle è di 16,10 chilogrammi, ma recentemente in Zimbabwe è stato pescato un esemplare di 17,5 chilogrammi; ad ogni modo normalmente la taglia media si aggira dai 2 ai 5 chilogrammi.
Distribuzione: La distribuzione del tigerfish è molto strana in quanto è diffuso prevalentemente nella zona sud e nord-est del continente africano e se ne hanno solamente tracce nella parte nord-ovest. Le principali concentrazioni di questo predatore si hanno nei laghi Nasser, Kariba e Turkana e nei fiumi Nilo, Congo, Zambesi, Limpopo e nel delta del fiume Okavango ed in alcuni piccoli fiumi del Sud Africa. E' stranamente assente nei laghi Vittoria, Tanganika e Malawi.
L'habitat del tigerfish è molto differente a seconda che viva in lago o in fiume. Nel primo caso tende a vivere i primi anni della sua vita nelle profondità del lago per poi spostarsi verso le rive preferendo zone con vegetazione ed anfratti. Una volta raggiunta la maturità sessuale ritornano nelle parti centrali del lago seguendo i branchi di kapenta che diventano il suo esclusivo nutrimento.
Nei fiumi, invece, il comportamento è molto diverso in quanto esso preferisce zone con rigogliosa vegetazione acquatica o grosse rocce sommerse.
Ama sia zone di forte corrente, che zone di acqua ferma e stagionalmente tende a percorrere lunghi tragitti anche fino a 60 chilometri.
Il tigerfish è un pesce che raramente vive solitario, infatti forma sovente piccoli branchi costituiti da una decina di esemplari; di conseguenza una volta pescato uno di questi pesci conviene immediatamente rilanciare e quasi sicuramente si avrà un'altra ferrata.
Come si pesca: Il tigerfish, normalmente, è pescato a spinning o in traina con minnows da7 – 9 cm (ottimo il Team Esko Rapala) o cucchiaini ondulanti o rotanti lanciando in acque aperte od ai margini della vegetazione dove esso può essere nascosto nell'attesa di una preda. In Zimbabwe, sul fiume Zambesi e sul lago Kariba, è prevalentemente insidiato dalla barca con l'esca viva; si effettua una sorta di drifting lasciando l'esca in corrente ad una ventina di metri dalla barca alternando brevi recuperi a pause in modo da invogliare e stimolare il predatore ad attaccare.
Come organizzare un viaggio: Per quanto riguarda il tigerfish, come scritto, esso è presento un po’ in tutta l’Africa, ma le zone migliori di sicuro sono in Zimbabwe, cioè lago Kariba e fiume Zambia ed in Zambia sullo stesso fiume. Un’agenzia viaggi specializzata in queste avventure di pesca è : Taylor Made Holidays, E-mail: christine@tailormadeholidays.co.uk, http://www.tailormadeholidays.co.uk/

 Traira

Il traira è un pesce piuttosto strano e misterioso del Sud America. Come il gar alligator anch’esso è un pesce fossile vivente. Ha un aspetto alquanto preistorico degno di “Jurassik Park”, con delle squame dure e coriacee e con una bocca dotata di denti poderosi ed acuminati. E’ un predatore che ama sostare appoggiato al fondo in attesa di una preda di passaggio. Ama soprattutto fiumi con media corrente e lo si trova soprattutto vicino rocce e alberi caduti in acqua. Gli esemplari più piccoli invece vengono normalmente catturati in laghi o anse con acqua ferma.
Caratterizza le sue fughe da brevi corse alternate a forti testate; a volte mi è anche capitato di veder fare dei bei salti acrobatici fuori dall’acqua.
Distribuzione: Il traira popola un po’ tutto il bacino Amazzonico e quindi lo si puo’ trovare in Brasile, Venezuela, Suriname, Guyana.
Taglia massima: Il traira di media si aggira sui 2-4 chilogrammi ma puo’ raggiungere pesi molto superiori sembra che esemplari intono ai 14-15 chili sia il massimo del peso possa raggiungere. Ad ogni modo il record IGFA è stato catturato in Venezuela e pesava 13,15 chili.
Come si pesca: Non è un pesce che va per il sottile, tutto quello che vedrà passare o che invaderà il territorio sarà attaccato senza problemi. Meglio stare su minnow dai 9 ai 14 centimetri, ed anche per questo pesce vale la regola di usare artificiali con ancorette di un certo diametro pena la rottura o l’apertura delle stesse. Per insidiare questo predatore, possiamo usare per una canna da 2,40 con potenza da 30-40 grammi; come filo meglio scegliere un tracciato da 20 libbre.
Come organizzare un viaggio Esistono numerosissimi tour operators o agenzie che organizzano viaggi nella regione Amazzonica tipo Brasile e Venezuela (http://www.amazonsportfishing.com.br/ ; wwww.ranchioxingu.com.br ; http://www.amazontours.com/ ). Ad ogni modo la località più rinomata per la cattura di traira gigantesche (5-10 chili) è la Guyana francese. Al momento esiste solo un tour operator che organizza la pesca laggiù: http://www.amazonie-peche.gf/