NORVEGIA (Uloya e Lyngen)

Il sogno di ogni pescatore è catturare un pesce di grosse dimensioni oppure catturare tanti di quei pesci fino allo sfinimento. Bene, la pesca nei fiordi della Norvegia puo’ esaudire entrambi i sogni. Si puo’ avere la fortuna di catturare un grosso merluzzo od un gigantesco halibut oppure catturare tanti, ma tanti pesci di media taglia che neanche in un anno di pesca nelle nostre acque possiamo realizzare.
Con il mio fido compagno di avventure Giovanni eravamo già stati nel Nord della Norvegia in due precedenti viaggi e ci eravamo divertiti così tanto a catturare merluzzi, piccoli halibut, caolfish, redfish, salmerini in gran quantità che quest’anno abbiamo deciso di ritornaci in quanto sono quei viaggi che nella nostra memoria sono stati veramente memorabili.
Per questo viaggio ci siamo nuovamente appoggiati alla Din Tur, un agenzia viaggi norvegese specializzata nel affittare piccole cottage con annessa barca da pesca. La località prescelta questa volta è la cittadina di Buvik a 60 chilometri dalla più famosa città di Tromso. Qui ci troviamo all’estremo nord della Norvegia, ben 400 chilometri oltre il Circolo Polare Artico. Buvik non è propriamente una cittadina ma sono 7 case sparse in una piccola baia; la popolazione qui conta solo 49 “anime” così suddivise: 17 persone, 10 cani, 12 gatti, un gallo, un coniglio e le restanti sono pecore. Qui di conseguaneza non si puo’ fare altro che andare a pescare e non esiste nessun altro tipo di svago.
A nostra disposizione avevamo quindi una macchina per poterci spostare sulla terraferma sia per comprare le vivande che per poter andare a pescare nei numerosi laghi della zona, una barca in alluminio da 18 piedi con abbinato un fuoribordo da 40 cavalli e con un fondamentale GPS cartografico ed ecoscandaglio di buona marca. Per l’alloggio un comodo cottage piazzato proprio a 3 metri dal mare.



Ci sono numerosi tipi di pesci che popolano le acque norvegesi, ma i più rappresentativi della zona da noi visitata sono il merluzzo per il mare e la trota artica per quanto riguarda l’acqua dolce.
In primavera i grossi branchi di merluzzi adulti si avvicinano ai fiordi per la riproduzione e dopo circa un mese ritornano in mare aperto, ma numerosi esemplari di taglia tra il chilo e i 10 chili chili di peso rimangono in prossimità delle acque poco profonde fino all’arrivo dell’inverno. Questi mari inoltre, sono popolati da numerose altre specie di fondale come coalfish, haddok, pollack, tutti pesci veramente molto simile al merluzzo e ad appartenenti alla stessa famiglia. Questi pesci hanno pesi che possono arrivare a una decina di chili massimo. Altri predatori interessanti per la loro combattività sono i ling e torsk, pesci molto simili alla nostra bottatrice , che amano fondali dai 50 metri in poi. Il primo può arrivare a pesi considerevoli, anche vicino ai 40 chilogrammi, mentre per il secondo i pesi sono veramente più contenuti al massimo 8 o 10 chilogrammi.
Un altro pesce veramente strano è il pesce lupo (wolfish) che in quanto la bruttezza non ha paragoni, è un ottimo combattente ed è molto apprezzato per la bontà delle sue carni.
Ad ogni modo, ogni volta che il nostro jig metallico tocca il fondo, non si può mai sapere che tipo di pesce possa abboccare, la pesca in questi fiordi e sempre una sorpresa.
Anche in acqua dolce ogni anno si assiste una folta migrazione, infatti circa nel mese di luglio i branchi di salmerini artici arrivano dal mare e si radunano nelle buche più profonde dei fiumi per iniziare la riproduzione. E proprio in questi momenti che la pesca questi predatori raggiunge l’apice, con la facile cattura di numerosi esemplari. La taglia media si aggira normalmente intorno al mezzo chilo, ma esemplari di peso superiore non sono una cattura rara.
Vi è inoltre presente un buon numero di trote di mare che alternano la loro vita alle foci dei fiumi, o all’interno del corso d’acqua stesso; in questi mari così ricchi di pesce possono agevolmente superare i 3 chili.
Nei fiumi di grande portata da giugno iniziano a risalire anche salmoni atlantici; il loro numero non è più alto come negli anni passati, ma la loro cattura non è mai rara. Noi, in un fiordo, ne abbiamo visti alcuni saltare e nuotare appena sotto il pelo dell’acqua ed erano di notevole taglia, intorno ai 8-10 chili.



Principalmente questo viaggio lo abbiamo dedicato alla ricerca del merluzzo di taglia e per questo abbiamo pescato spesso sopra secche dai 30 ai 50 metri dove questo grossi predatori si radunano. Qui la pesca è stata sempre condizionata da un forte vento che è stato parecchio di noia per una migliore azione di pesca. Ad ogni modo nel sottoriva abbiamo trovato zone più riparate che in un fondale di 10-30 metri ospitavano un buon numero di merluzzi, haddok e naselli (hake). Assolutamente indispensabile è stato il GPS che ci ha aiutato non poco a ritrovare le zone più interessanti e catturanti. Fortunatamente le zone migliori erano parecchio vicine ed al massimo si potevano fare 20-30 minuti di viaggio per raggiungerle. Ad ogni modo a soli 5 minuti da casa c’erano delle secche che ci hanno dato grandi soddisfazioni.
Le nostre migliori catture sono stati merluzzi da 10-12 chili e torsk sui 5-7 chilogrammi. Abbiamo mancato il pesce “grosso”, quello tanto sperato, cioè l’halibut, anche se per essere onesti ci siamo impegnati poco a ricercarlo. Va principalmente pescato su fondali sabbiosi quindi privi di altri predatori; o si cattura l’halibut o si fa cappotto, e dopo 2-3 ore a non prendere nulla, ci dirigevamo verso fonali sabbiosi e lì iniziava la “festa”. Durante il nostro soggiorno, un pescatore tedesco ne ha catturato uno da 22 chili, niente di eccezionale, ma sicuramente una cattura notevole.
Ad ogni modo tirare su un bel merluzzo da 30-40 metri di fondo vi posso assicurare che è un gran bel combattimento.
Per tre volte abbiamo anche sondato le potenzialità di pesca dei laghi circostanti. Ce ne sono molti, di tutte le dimensioni e profondità, alcuni anche raggiungibili direttamente con la macchina. Quelli che abbiamo pescato noi necessitavano da 20 a 30 minuti di cammino, e a volte arrampicata, per poterli raggiungere. Questi laghi sono popolati da trote artiche (come le chiamano qui), ma non sono altro che trote fario che qui però a causa delle rigide temperature crescono molto poco. Basti pensare che per circa 8 mesi l’anno questi laghi sono completamente ghiacciati. Le trote hanno quindi sono pochi mesi l’anno per poter mangiare a sufficienza per crescere. Diciamo che la taglia media è piuttosto bassa, circa 20 centimetri o meno, ma ce ne sono veramente tante. Ad ogni modo ci sono dei laghi con piccole trote tutte della stessa dimensione, ma ne abbiamo trovato uno, con un basso numero di esemplari, ma la cui taglia media si aggirava sui 30-35 centimetri.
Inutile dire che di pesci ne abbiamo catturati veramente,ma veramente tanti. Sapendo che sicuramente avremmo perso il conto, quest’anno il mio goliardico amico si era procurato un “contapesci” che non è altro di un marchingenio usato in agricoltura per la conta delle balle che vengono fatte da un trattore. Opportunamente modificato con una levetta, e poi fissato in barca, ogni volta che catturavamo un pesce lo segnavamo e così a fine giornata sapevamo esattamente quanti pesci catturavamo. Il nostro migliore giorno ha fatto fermare il contapesci 238; alla fine della vacanza il totale generale è stato ben 1334 pesci catturati……penso che per due mesi non tocchero’ più la canna da pesca.



Informazioni utili

Per chi volesse avventurarsi all’estremo nord della Norvegia, come abbiamo fatto noi, deve tenere conto che le temperature, anche in piena estate raramente possono superare 15 gradi. È bene quindi vestirsi in modo adeguato con pile, giubbotti pesanti, salopette imbottita (tipo quelle da sci), stivali e cerata in caso di pioggia. Ad ogni modo le bizzarrie del tempo possono manifestarsi in giornate con uno stupendo sole da permettere la pesca anche in maniche di camicia.
Per quanto riguarda l’attrezzatura, abbiamo optato per tre canne da pesca, una da spinning media leggera (15-30 gr.) da usare nei fiumi o all’interno del fiordo, una da casting medio pesante (80-100 gr.) per la pesca in mare a predatori di piccola media taglia ed una canna da ultra pesante con potenza da oltre 300 grammi per la pesca a pesci di mole e di alto fondale. Come fili abbiamo optato per i trecciati (30-50-80 libbre) in quanto garantiscono una migliore prontezza all’ abboccata anche quando si pesca in profondità e garantiscono sicuramente una migliore tenuta rispetto al nylon.
Per le trote piccoli cucchiaini sono la scelta migliore, mentre per il mare abbiamo portato numerosi jig di metallo dai 40 ai 250 grammi della Blue Fox, e imitazioni di grossi pesci siliconici della Storm.
La Norvegia si può raggiungere con voli diretti o con scalo a Copenaghen sia da Milano che da Roma con la compagnia di bandiera SAS (http://www.scandinavian.net/). Ci sono anche diversi voli low cost come quelli della Norwegian Airlines e della più famosa Ryanair. Dalla capitale Oslo vi è in coincidenza il volo per Tromso, che dura circa 2 ore.
Da ricordarsi che in Norvegia non vi è l’ Euro ma la moneta nazionale è la corona norvegese. Qui comprare da mangiare costa quasi il triplo che in Italia; è buona cosa portarsi dietro almeno un po’ di pasta.

Molte informazioni interessanti sulla pesca e i pesci norvegesi le potete trovare al sito A Pesca in Norvegia

Per quanto riguarda la pesca noi ci siamo appoggiati alla Din Tur, un’agenzia specializzata Norvegese che propone vari pacchetti viaggio che comprendono l’affitto di una casetta, di una barca, situate nelle vicinanze del mare o all’interno del paese su un bellissimo lago o fiume. Potete contattare la Din Tur al seguente indirizzo: Din Tur, Neptunveien 1, N-7650 Verdal, Norvegia, oppure tramite posta elettronica: office@dintur.no o visitare il loro sito www.dintur.no