Sara’
almeno una decina d’anni, da quando iniziammo a fare una serie di viaggi
all’estero per la pesca al luccio che iniziai a discutere con il mio compagno
di quelle avventure di pesca riguardo a quali fossero le migliori esche per il
luccio e le migliori colorazioni. Ovviamente, da tempo, entrambi eravamo già più
che convinti che l’ondulante è sicuramente uno delle armi vincenti nella pesca
a spinning di questo pesce.
Le
nostre divergenze d’opinione iniziarono quando io inizia a mostrargli quanto
fossero efficaci questi cucchiaini in situazioni in cui altre esche non
funzionavano. Gli feci vedere come utilizzavo e manovravo questi artificiali in
modo da stimolare al massimo l’ agressivita’ del predatore.
Una
occhiata in qualsiasi negozio specializzato o tramite internet e vi renderete
conto di quanti modelli esistono di tutte le forme, grammature e colorazioni. Un
ondulante, quindi non dovrebbe quindi mai mancare nella scatola di artificiali
di ogni pescatore al luccio.
Principalmente
gli ondulanti sono stampi di metallo concavi da un lato e convessi dall’altro.
Durante il recupero la parte concava rimane rivolta verso l’alto e quella
convessa verso il basso.
Una parte degli
ondulanti in commercio sono stretti verso la parte finale, come ad esempio alcune serie della Lhur Jensen e
della Johnson Silver Minnow, e quindi oscillano su un asse stretto; invece la maggior parte degli ondulanti
hanno la parte finale molto ampia, come quelli della Blue Fox e Daredevil, e
quindi oscillano su un asse più ampio disegnando una azione molto più lenta.
A
seconda dei gusti personali dovremmo scegliere una serie di modelli a noi
congeniali, comunque nella nostra cassetta artificiali è bene sempre avere
almeno entrambi i modelli.
Per
quanto riguarda la mia esperienza di pesca, i modelli più stretti e con una
azione più nervosa sono adatti prevalentemente quando i lucci sono molto
aggressivi o sono in caccia. I modelli con azione più ampia li utilizzo in
tutti gli altri casi quando è necessario stimolare questo predatore.
Gli
ondulanti sono fatti di metallo e affondano molto velocemente se non recuperati
facendo comunque uno farfallamento che in alcuni modelli è molto attirante. Una
volta iniziato il recupero la particolare forma ne provoca un innalzamento e
mediamente, a seconda del modello, lavorano circa da appena sotto la superficie
fino all’incirca a 100 – 120
centimetri di profondità. L’acqua fornisce una spinta al
cucchiaino che tende a farlo sollevare, ma la profondità a cui lavora dipende
soprattutto dalla velocità del nostro recupero e dal peso dello stesso.
Generalmente gli ondulanti più stretti lavorano a profondità maggiori di quelli
più larghi e con movimento più ampio. Ad ogni modo dipende anche dallo spessore
dell’ ondulante; ci sono alcuni modelli che hanno una grammatura elevata, ma
con taglie ridotte in quanto hanno uno spessore medio molto marcato.
Per
poter farlo lavorare molto più in profondità l’unico metodo è ogni tanto
fermare il recupero in modo da farlo affondare in modo maggiore. Spesso
comunque capita che proprio quando ci fermiamo, il luccio che seguiva l’esca,
l’attacca. Quindi bisogna cercare di non perdere mai il contatto con il nostro
artificiale.
Gli
ondulanti sono prodotti in una miriade di taglie e grammature; indicativamente
I modelli che interessano a noi sono quelli di misura intorno ai 10 centimetri . Per il
luccio, quindi, modelli dai 20 ai 35 o più grammi e con una lunghezza che puo’
variare a seconda dagli 8 ai 15 centimetri di lunghezza.
Solitamente
la stragrande maggioranza dei modelli ha un rapporto peso forma perfetto e si
possono facilmente lanciare a distanza molo elevate. Alcuni modelli
particolarmente larghi, spesso in condizioni di vento, limitano alquanto il
nostro raggio di azione, meglio utilizzarli per la traina. Le giornate di vento
possono aiutare a lanciare più lontano i nostri ondulanti, riuscendogli a far
compiere un volo maggiore, sicuramente a distanze che con un qualsiasi altro
tipo di artificiale non riuscimmo mai a fare. In questo modo e con questa esca
riusciremo quindi a coprire zone d’acqua altrimenti non pescabili.
La quasi
totalità degli ondulanti vengono venduti con montata una ancoretta, ma in
alcuni casi sarebbe meglio sostituirla con un amo singolo di dimensioni
proporzionate. Solitamente è meglio sceglie un modello di amo con curva ampia e
di dimensioni leggermente maggiori del volume occupato dall’ancoretta.
Personalmente lo faccio quando dobbiamo pescare in zone con molte alghe ninfee
e vegetazione acquatica. Ancor meglio se si dispone di ami con la protezione
anti-alga.
Un altro
vantaggio dell’amo singolo è la facilità di rilascio del nostro luccio, anche
se le possibilità di fallire la ferrata al momento dell’abboccata, con l’amo
singolo, crescono leggermente.
La
combinazione visiva e di attrazione sonora sono la chiave del successo di queste
esche artificiali. I predatori ed in particolare i lucci sono molto sensibili
alle vibrazioni delle prede e delle esche che si muovono in acqua, grazie alla
loro linea laterale. Un organo sensitivo che gli permette di localizzare una
preda anche in acque parecchio torbide oppure durante la notte quando la
visibilità è parecchio ridotta. Molte ricerche sono state effettuate sulla
linea laterale dei pesci e nella maggior parte dei casi si è dimostrato che per
un pesce è ben più efficace che la vista, ed anche il raggio d’azione che ha è
ben maggiore.
Con il
nostro artificiale dobbiamo cercare di essere in grado di interpretare la
frequenza della linea laterale del luccio e manovrare la nostra esca di
conseguenza per stimolarlo all’abboccata. E’ bene quindi cercare di cambiare
spesso modello e taglia in modo da sondare il più possibile le diverse
vibrazioni che i nostri ondulanti emettono.
La vista
del nostro predatore, comunque, non è assolutamente da sottovalutare, i colori
delle nostre esche sono molto importanti soprattutto i laghi con acqua molto
trasparente, in giornate molto soleggiate e calme. Il sole aiuterà molto i
nostri ondulanti a trasmettere bagliori che penetreranno l’acqua, di sicuro una
attrattiva maggiore per la nostra esca.
Alcuni
modelli hanno colorazioni in tinta unita sia per il lato concavo che per quello
convesso, mentre altri hanno solo un lato colorato e l’altro colore acciaio o
dorato. Bene, spesso questa differenza di colore è molto importante. Per acque
torbide, velate o con tempo coperto e nuvoloso gli ondulanti tinta unita
sarebbero da essere preferiti, magari in colorazioni sgargianti; mentre in
giornate soleggiate scegliete almeno modelli con un lato colorato in modo che
il lato color acciaio o dorato possa aiutare l’azione con i bagliori e i flash
che produce.
Per
quanto riguarda le colorazioni migliori ci si potrebbe scrivere un libro.
Esistono centinaia di teorie ma la cosa principale è la convinzione che ha il
pescatore nel colore che sta utilizzando; ad ogni modo ogni tanto è meglio
uscire dagli schemi ed usare un colore un po’ fuori dal normale. Spesso la
scelta paga.
Per
quanto riguarda la mia esperienza vi posso dire che i colori argentati e dorati
vanno molto bene in acque chiare, mentre colori più scuri come il colori ramati
sono più indicati per acque scure. Per il resto a voi la scelta, non abbiate
paura ad utilizzare colori fluorescenti anche in giornate di pieno sole, o
colori un po’ anomali come il rosa, il blue o il viola. A volte i ragionamenti
e le teorie che abbiamo in testa sui colori, per una qualche ragione non
funzionano. Bisogna quindi provare ad usare qualcosa di diverso.
Un
esempio che vi posso fare è legato ad una battuta di pesca al luccio in barca
nelle acque Irlandesi del lago Corrib; ero in compagnia di altri amici e mentre
la pesca al mattino era stata buona al pomeriggio si era alzato un forte vento,
il cielo si era liberato dalle nuvole e i lucci avevano smesso di mangiare. Ci
eravamo recati in una zona molto interessante e sapevamo che li i lucci
c’erano. Nessuno di noi era riuscito a catturate nulla e avevamo letteralmente
bombardato la zona senza risultati. Pensando che non ne volessero sapere
avevamo quasi gettato la spugna, se non che un membro del gruppo ha iniziato a
lanciare con un ondulante di una trentina di grammi completamente colorato di
azzurro chiaro. Un colore che li, in quel lago, in quella situazione non
centrava proprio nulla! In meno di mezzora ha infilato tre lucci di peso
intorno ai 5 chiilogrammi. Ovvio che tutti noi siamo rimasti sbigottiti.
Per
quanto riguarda la velocità di recupero dipende un po’ da noi e dalla nostra
mano. La regola generale dice che la velocità giusta di recupero è quella in
cui riusciamo distintamente ad avvertire le vibrazioni che il cucchiaino riesce
a trasmettere alla punta della canna.
E’ bene
alternare al recupero sempre qualche pausa in modo che il cucchiaino possa
sfarfallare per qualche secondo. Anche i cambi repentini di direzione spesso
stimolano i predatori.
Prima di
sostituire l’esca per provarne un'altra provate almeno a fare un lancio e
recuperare il vostro ondulante molto velocemente per poi fermarvi di botto. È
un trucchetto che spesso funziona. A me è capitato di vedere schizzare dei
lucci dietro l’artificiale ed afferrarlo brutalmente.
Occhio a
quando arrivate a 2-3 metri
da riva o dalla barca, molto spesso il nostro luccio attacchera’ proprio in
questo momento.
Ora vi
voglio svelare un piccolo segreto che io ed il mio socio di pesca ormai abbiamo
da un po’ di anni e che ci ha risolto molte ma molte giornate di pesca e che ci
ha fatto catturare lucci dal chilo fino ad oltre 10 chili. La nostra esca
segreta, quella che non cambieremmo mai con nessun altra.
Un po’ di anni fa mi avevano inviato alcuni ondulanti da provare della serie Esox della Blue Fox. Uno di essi era talmente “brutto” che mi chiesi immediatamente chi avesse mai pensato di realizzare quel colore essendo io un fanatico delle colorazioni naturali (invece era un genio da premio nobel!!). Spesso quando sono a pesca con il mio compagno di ventura, o durante un viaggio di pesca, portiamo sempre con noi almeno un artificiale un po’ assurdo o come forma o come colore e nei momenti in cui proprio non prediamo nulla lo tiriamo fuori sperando nel miracolo. A volte la scelta ha dato i sui frutti. Era proprio un giorno del genere quando ho tirato fuori questo cucchiaino ed ho iniziato a lanciare. Be’ che ci crediate o no ho iniziato ad infilare un luccio via l’altro, nulla di enorme, ma l’esca funzionava alla grande. L’azione particolare di questo cucchiaino combinato alla stranissima colorazione funzionava davvero. Lo abbiamo provato in tante altre situazioni, nei posti più disparati del mondo sempre con più che ottimi risultati. Orami per noi è diventato un punto di riferimento fisso.
Bene ora
vi svelo il modello esatto: si tratta del Blue Fox Esox da 22 grammi colore BKBR; è
da un lato dorato e dall’altro dorato a strisce nere. Sfortunatamente tutta la
serie di questo modello non è imporata in Italia (chissa’ perché??) ed anche in
internet non è di facile reperibilità; un vero mistero. I pochi che avevo li ho
tenuti come una vera e propria reliquia e quando ne perdevamo uno, per noi era
come se ci fosse il lutto nazionale. Fortunatamente tramite un amico svedese
sono riuscito a farne una piccola scorta.
Se
andate in internet e digitate su Google immagini “Esox BKBR”, vi appare la foto,
in modo che possiate avere una idea di come è fatto.
Esiste
anche la versione da 35
grammi , ma credetemi non è come la versione da 22. Vi
auguro vivamente di riuscire a trovarlo è formidabile che ci crediate o no. Non
esiste altra esca artificiale che lo puo’ battere.
Sono
quindi gli ondulanti i migliori artificiali per il luccio? Forse si forse no,
ad ogni modo a me hanno risolto veramente tante giornate o situazioni in cui
prendere il nostro amato esocide sembrava una vera e propria impresa.
Sicuramente sono la nostra migliore arma quando i lucci non sono aggressivi, ma
svogliati e apatici. Io credo lucci possono esse sempre catturati in ogni
occasione, ma ti devi sempre impegnare al massimo e lavorare tanto di polso!