La Guinea Bissau è un piccolo stato africano affacciato sull’oceano Atlantico ed incastonato tra il Senegal e la Guinea Conackry; a circa 25 miglia al largo della costa vi è l’arcipelago delle Bijagos, costituito da una trentina di isole principali ed una miriade di altri piccoli isolotti che sono l’ habitat ideale di numerosissimi predatori stanziali e non. Qui la profondità media si aggira intorno ai 7/8 metri con al massimo zone che raggiungono i cinquanta metri, questo imprime alle distese d’acqua quelle colorazioni tendente al verde chiaro tipica dei mari tropicali.
La varietà delle tecniche e dei pesci insidiabili fanno dell’arcipelago delle Bijagos, un vero e proprio hot spot particolarmente apprezzato dagli amanti del light-tackle e della pesca allo squalo.
Tarpon, enormi jack crevalle, barracuda, otholite, snapper cubera, cobia, razze violino, squali nutrice e colossali squali martello e tigre sono le prede più ricercate dagli appassionati che ogni anno si recano in questo sperduto angolo d’Africa.
Ho visitato questo vero e proprio paradiso nel mese di novembre scegliendo il più rinomato ed apprezzato centro di pesca delle Bijagos: Il Bijagos Tarpon Club (l’ex Acja Club). Questo piccolo centro di pesca è gestito da appassionati pescatori francesi, il tutto coordinato dalla simpaticissima Odile e dal famoso giornalista e guida di pesca Patrick Sebile. Il Club è formato da 10 graziosi bungalow immersi nella lussureggiante vegetazione e dispone di 7 imbarcazioni di 5 e 6 metri motorizzate con fuoribordo da 40 hp. I luoghi di pesca non sono mai molto lontani dalla spiaggia del Club, peraltro molto pescosa, e in 10 o al massimo 20 minuti si può arrivare nel punto prescelto per la pesca. La stessa spiaggia del club è letteralmente invasa da numerosi branchi di piccole sardine e da muggini, di conseguenza problemi per la ricerca di vivo e di esche fresche non ce ne sono.
La settimana tipo è costituita da sei giornate di pesca veramente dure e faticose e per chi ne ha ancora la forza dopo 10-12 ore di pesca sotto il sole, durante la notte può dedicarsi al surf casting.
Durante la mia vacanza ho voluto provare più tecniche possibili, dal surf alla traina, dalla pesca con il vivo o il morto allo spinning pesante con popper di superficie, dalla pesca ai grossi squali con attrezzature stand up allo spinning volto alla cattura di jack crevalle con attrezzature ultraleggere. Unico rammarico non aver avuto il tempo materiale per dedicarmi alla pesca a mosca.
La settimana è stata veramente entusiasmante e ha visto la cattura di numerosi squali tigre, il più grosso con un peso di 350 chilogrammi, alcuni tarpon di
piccola taglia, intorno ai 8-12 chilogrammi, sia a spinning che con l’esca morta.
Due belle otholite di circa sette chilogrammi hanno allietato una nottata passata pescando a surf casting iniziata decisamente male, con la perdita di due grossi barrracuda e di un fantomatico pesce che ha rotto il terminale d’acciaio da 90 libbre. La traina ha regalato sia grossi jack crevalle fino ad un massimo di 14 chilogrammi, sia numerosissimi barracuda, di peso compreso tra i 2 e i 16 chilogrammi, che si sono divertiti a maciullare i nostri Rapala.
Anche lo spinning ha dato buone soddisfazioni, nessun grosso pesce, ma principalmente tanti jack crevalle di taglia media; addirittura una mattina PJ, il mio compagno di pesca per quella giornata, con un lancio è riuscito a catturare due jack di circa 3 chilogrammi di peso. Il primo pesce ha attaccato l’esca rimanendo ferrato sull’esterno della bocca e una volta giunto vicino alla riva, il secondo ha afferrato l’artificiale che penzolava rimanendovi ferrato.
Le tecniche di pesca, all’interno dell’arcipelago delle Bijagos, sono molteplici come pure i vari luoghi specifici per il pesce che si vuole insidiare.
La tecnica sicuramente più praticata è la traina che si effettua, durante l’alta marea, nelle vicinanze delle foreste di mangrovie dove i piccoli muggini trovano riparo, oppure, durante le fasi di bassa marea, nei vari canaloni sabbiosi che si formano tra un’isola e un’altra dove i malcapitati muggini si ammassano senza possibilità di riparo facendo la gioia di barracuda, jack crevalle, snapper e tanti altri predatori.
Tecniche altrettanto producenti sono lo spinning e la mosca che possono essere effettuate sia dalla barca all’avvistamento di piccole mangianze, oppure camminando lungo le bellissime spiagge delle varie isole dell’arcipelago.
Ugualmente affascinante è la pesca con barca ancorata, con l’esca morta o con grossi muggini vivi sia sul fondo che a galleggiante, che è indirizzata a predatori di taglia come: barracuda, snapper, grossi cobia e ai sospettosi tarpon. Con queste tecniche non si punta molto al numero di pesci che si riescono a pescare ma alla qualità e alle dimensioni delle prede. Queste pesche sono effettuate al centro di piccoli canali tra le varie isole o in ben precisi canaloni sottomarini che, al cambio di marea, sono regolare punto di passaggio di grossi predatori.
Grossi tarpon con pesi superiori ai 100 chilogrammi sono stati allamati e catturati come anche i grossi squali nutrice e le combattive razze violino. Questi ultimi due pesci possono raggiungere pesi ragguardevoli, più di 100 chilogrammi per il primo e intorno al mezzo quintale per il secondo. Le esche principe per questi pesci sono i tranci di spanish makerel o grossi muggini morti innescati su ami 8/0 o 10/0.
Un altro predatore molto ricercato a causa della sua sospettosità, ma dotato di estrema combattività e resistenza è l’otholite, un pesce molto simile al boccadoro che abitualmente ama spostarsi in branchi e quindi abboccate multiple diventano quasi una costante. Questo pesce è insidiato esclusivamente con l’esca viva e con attrezzature medio-leggere in quanto al massimo può raggiungere il peso di 14 chilogrammi, ma la taglia media si aggira intorno ai 7/8 chilogrammi.
Con la tecnica del surf casting, invece, si possono catture un’infinità di pesci, dai piccoli pesci gatto di mare che al massimo raggiungono il chilogrammo di peso ai grossi snapper cubera e cobia che possono superare facilmente i 35 chilogrammi.
La pesca ai grossi squali tigre e martello sono il pezzo forte del Club. La scorsa stagione in 63 giorni di pesca a questi pesci sono stati catturati 49 tigre, 9 martello e 7 toro. Nelle prime settimane della stagione 97/98 su 17 uscite sono stati registrati 39 strikes e 21 squali tigre catturati o rilasciati dal peso variabile tra i 100 e i 350 chilogrammi.
Tanto per intenderci al Bijagos Tarpon Club uno squalo di 100-150 chilogrammi è considerato molto piccolo; per essere uno squalo buono deve essere tra i 250 e i 300 chilogrammi, sopra i 400 è invece considerato grosso. Attualmente il peso medio è intorno ai 250 chilogrammi, ma lo squalo più grosso catturato dalle barche del club e un tigre di ben 522 chilogrammi.
Mi sono state narrate storie di epici combattimenti, di cui uno effettuato di notte per ben 9 ore e 15 minuti prima che il grosso squalo riuscisse a rompere il nylon da 80 libbre. Un altro combattimento, terminato sempre con la vittoria del pesce, Þ durato circa 6 ore, durante le quali il grosso squalo tigre ha trascinato l’imbarcazione per circa 42 miglia; una volta giunto sotto bordo è riuscito a tranciare letteralmente il terminale d’acciaio da 600 libbre. Lo squalo è stato stimato più di 6 metri di lunghezza, in quanto era lungo un bel po’ più dell’imbarcazione lunga 5 metri. Essendo il record mondiale di questo pesce 807 chilogrammi e con una lunghezza di cinque metri e mezzo, questo squalo era sicuramente un esemplare di più di 1000 chilogrammi.
L’unica problematica di questa pesca è che utilizzando piccole imbarcazioni dopo la cattura di un grosso squalo, nella impossibilità di issarlo a bordo, si deve obbligatoriamente ritornare al club rimorchiando il pesce legato dietro la barca.
L’unico modo per pescare più di uno squalo per giornata è quello di liberarlo una volta giunto sotto bordo tagliando il terminale d’acciaio.
In queste acque ci sono talmente tanti squali che non è necessario attirarli con sacchi di brumeggio o pasturando con grossi pezzi di pesce, ma basta recarsi in determinati punti di passaggio, gettare l’ancora, piazzare le due grosse esche in prossimità del fondo e aspettare pazientemente. Due o tre strikes per giornata sono pressochè garantiti. Infatti dopo lunghe ricerche Patrick Sebile e soci hanno trovato dei lunghi canaloni sottomarini con profondità variabile tra i 30 e i 50 metri dove ad ogni cambio di marea i grossi squali transitano regolarmente. Questa pesca infatti praticata nelle due ore precedenti e nelle due ore successive il cambio di marea.
Per chiunque vorrà tentare di battere un record mondiale IGFA, il Club dispone di una bilancia da 2000 libbre regolarmente omologata.
A tutti coloro che vorranno recarsi in Guinea Bissau un imbocca al lupo e buon divertimento.
I pesci delle Bijagos
L’arcipelago delle Bijagos, come gran parte della costa occidentale dell’Africa, ospita una gran varietà di pesci predatori di notevole spessore.
Qui in Guinea Bissau i più rappresentativi sono i grossi squali tigre, i jack crevally, il Guinean barracuda ed ovviamente i tarpon. Questi pesci li si possono trovare durante tutto l’arco della stagione di pesca che qui va all’incirca da ottobre ad aprile.
Squalo tigre (Galeocerdo Cruvier): E’ un pesce molto presente in questo arcipelago, forse il migliore posto al mondo dove poterlo pescare quasi con sicurezza matematica all’interno di una settimana di pesca mista. Ce ne sono davvero molti e la taglia media qui può variare dai 150 ai 300 chilogrammi di peso. La cosa bella è che qui vengono catturati tutti con la tecnica dello stand-up, cioè combattuti in piedi. Un vera e propria lotta. Pesci con peso prossimo ai 1000 chili sono stati agganciati da fortunati clienti di questo lodge.
Tarpon (Megalops Atlanticus): La pesca in modo mirato ai tarpon è stata recentemente scoperta qui alle Bijagos, diciamo che risale a 5-6 anni fa. E’ stato infatti necessario un lungo studio e numerossissime giornate di prova per capire esattamente dove andare a catturali e quali fossero le tecniche migliori. La taglia media qui è sugli 80 chilogrammi, ed esemplari di oltre 100 chili sono regolarmente catturati. E’ proprio in questo lodge che è stato catturato il tarpon record mondiale IGFA di ben 130 chili tondi
Guinean Barracuda (Spyranea Afra): Questo tipo di barracuda è originario della parte occidentale dell’Africa e qui alle Bijagos è forse il predatore più facilmente catturabile, ce ne sono davvero molti e di tutte le taglie. Per la precisione si possono catturare pesci da pochi chili fino ad oltre i 20-25 chili. Lo si trova a ridosso delle pass sabbiose che ci sono tra un isola e l’altra e a ridosso dei folti branchi di muggini che popolano queste acque. L’attuale record del mondo di questo pesce è un esemplare gigantesco di 45 chilogrammi catturato in Gabon nel 2002
Jack Crevalle (Caranx Hippos). Forse il pesce più combattivo in assoluto in relazione al suo peso. E’ principalmente pescato con la tecnica dello spinning con i popper poiché è la più entusiasmante e coinvolgente. Qui si possono catturare pesci dai 3-4 chili fino ad esemplari di oltre 10 chilogrammi. Ogni stagione vengono anche catturati colossi con peso vicino ai 15 chili. L’attuale record del mondi di questo pesce è un esemplare di 26 chilogrammi catturato in Angola nel 2000
Notizie Utili
Come arrivare Voli Alitalia, TAP (Linee Aeree Portoghesi), Air France collegano regolarmente le principali capitali europee con Dakar in Senegal. Qui si verrà accolti da un rappresentante del club ed accompagnati ad un hotel nel centro di Dakar o sul mare. La mattina seguente si prenderà un volo per la capitale Bissau (circa 1 ora). Qui si verrà nuovamente accolti da un altro rappresentante del Bijagos Tarpon Club ed una volta arrivati al porto si raggiungerà l’isola di Bubaque con un motoscafo veloce in circa 2 ore.
Documenti ed altro: passaporto in corso di validità
Clima Tropicale temperato, con una temperatura media di 28°. A maggio inizia la stagione delle piogge e termina a ottobre
Lingua: Dialetti locali, creolo, portoghese e saltuariamente il francese.
Vaccinazioni: Obbligatoria la vaccinazione per la febbre gialla e facoltative la profilassi antimalarica.
Valuta: La valuta della Guinea Bissau fa parte dell’area del Franco Cfa (Communauté Financiaire Africaine). Si trovano banconote da 10.000, 5.000, 2.500, 1.00 e 500 franchi Cfa; monete da 250, 100, 50, 25, 10, 5 e 1 franco Cfa.
Ambasciata d’Italia competente per la Guinea Bissau è quella del Senegal a Dakar: Rue Alpha Achamiyou Tall, tel. 00221-8220578,00221-8220076, fax 00221-8217580, e-mail: ambitsen@sentoo.sn, home page: www.ambitaliadakar.sn.
Consolato onorario italiano a Bissau: C.Plaza Titina Sila, 12, Bissau. Tel. satellitare: 00871-762002910, fax satellitare: 00871-762002912.Consolatociata della Guinea Bissau in Italia: via Nomentana 222, 00162 Roma, tel. 06/86322833.