A TRAINA DI LUCCI


Quando si parla di pesca a traina si pensa immediatamente al mare, alla traina veloce i tonni, piuttosto che quella lenta a ricciole e dentici, sicuramente è la pesca più praticata da chi possiede una imbarcazione al mare. Ma la pesca a traina in acqua dolce è una tecnica altrettanto vincente, sicuramente molto più tecnica di quanto si possa pensare, eche puo’ regalare la cattura di un buon numero di diverse specie di predatori. Da noi in Italia questo tipo di pesca non è molto utilizzata, in primo luogo perchè non ci sono tantissimi bacini o laghi che lo possano consentire, e quasi tutti i grossi laghi sono posizionati nel nord del paese. Non è poi così comune avere una piccola imbarcazione da poter spostare nei vari laghi a seconda della specie ricercata e del periodo dell’anno; in Italia infatti la pesca più praticata è sempre quella da riva. Altro fattore è che in acqua dolce i predatori classici come il luccio, il cavedano, la trota vengono insidiati quasi esclusivamente con la tecnica dello spinning.


La pesca a traina più facile e comune è sicuramente quella al luccio; so che sicuramente molti di voi essendo puristi dello spinning o della mosca storceranno alquanto il naso, ma in alcuni periodi dell’anno questi predatori tendono a sostare a profondità elevate ed è quasi impossibiler poterli insidiare con le tecniche come la mosca e lo spinning; la pesca a traina, quindi, è l’unica che ci consente di poter portare le nostre esche a quelle profondità. In autunno ed in inverno il luccio di grosse o medie dimensioni tende a spostarsi in strati d’acqua dai 8 ad oltre i 20 metri rendendo vano qualsiasi nostro tentativo di pesca dalla riva, quindi una barca è essenziale per andarli a pescare. Inoltre su molti laghi del nord, i lucci di buone dimensioni tendono a nutrirsi quasi esclusivamente di lavarelli ed agoni; pesci che amano vivere in profondità ed è quindi loro abitudine sostare perennemente in caccia tranquillamente a profondità oltre i 15-20 metri.



Ci sono due possibili scenari in cui il luccio si può trovare; uno è che si trovi appoggiato o in prossimità del fondo, quindi dovremo cercare di trainare i nostri artificiali il più possibile vicino a fondo. Altro scenario è quello che prevede il luccio in caccia, e quindi sia sollevato di diversi metri dal fondo in ricerca di branchi di lavarelli, agoni o gardon che passano sopra di lui.
E’ quindi giocoforza cercare di catturare questi predatori con l’ausilio della tecnica della traina; sarà un metodo un po’ barboso, ma di sicuro catturante e che comunque prevede un buon utilizzo della tecnica, delle attrezzature, della scelta dell’esca e soprattutto l’abilità di far navigare il nostro artificiale alla profondità voluta.


Esistono tre metodi per poter pescare a traina portando le nostre esche in profondità: con l’utilizzo di un downrigger (affondatore a palla), con un planner e con il più classico metodo del piombo guardiano.
L’utilizzo del donwrigger è molto praticato in mare, ma esistono dei donwrigger di dimensioni contenute adatti alla pesca in acqua dolce. Il vantaggio di utilizzare questo sistema di affondamento è che riusciremo a far lavorare la nostra esca esattamente alla profondità voluta. Nei laghi però a mio parare questo metodo ha troppi inconvenienti, in primo luogo, non è tanto funzionale su fondali con saliscendi continui e per pescare su e giù dai drop, va sicuramente bene per lunghe zone con fondali con minimi cambiamenti. Un altro inconveniente è che solitamente si traina a velocità molto ridotte e nel momento che il luccio mangia si ha per qualche secondo il filo, che si sgancia dalla pinzetta, in bando e quindi anche cercando di ferrare il più velocemente possibile si tendono a perdere molti pesci. La spinta della sola barca infatti non è in grado di poter agganciare saldamente il luccio.Non sottovalutiamo anche che il costo di questi donwnrigger e delle palle da utilizzare non è certo indifferente oltre che a essere piuttosto ingombranti.
Altro metodo, da noi poco conosciuto, è la pesca con i planner. Questa tecnica nata negli USA prevede l’utilizzo di dischi circolati zavorrati che danno una inclinazione tale da poter portare le nostre esche in profondità. Praticamente alla lenza madre si attacca questo disco che puo’ avere un diametro di 6-10 centimetri ed un peso di 20-80 grammi. All’altro capo si mette un finale da 3-4 metri con legata alla fine la nostra esca. Questi planner hanno un sistema che permette di far lavorare l’esca in profondità, ma al momento dell’abboccata cambiano inclinazione rendendo possibile il recupero del pesce senza che la spinta dell’acqua li faccia lavorare. Praticamente avremo solo il peso del planner e la forza del pesce da contrastare. Una palnner da 10 centimetri puo’ tranquillamente far lavorale il nostro artificiale a 10 metri di profondità con 25 metri di lenza in acqua. Maggiore sarà la lenza e maggiore sarà la profondità raggiunta. Quando si acquistano nella confezione vi è sempre una tabellina che indica le varie profondità che si raggiungono in base alla lenza sbobinata. Basterà fare dei segni ogni cinque metri sul nostro trecciato con un pennarello indelebile per avere l’esatto conteggio di quanto filo lasceremo e a che profondità stiamo pescando. Come planner personalmente utilizzo quelli della Luhr Jensen (i Dipsy Diver), economici, pratici e molto efficienti.



Come metodo di pesca è valido, economico e poco ingombrante; l’unico inconveniente come con i donwrigger è che nelle zone con sali scendi continui, è piuttosto problematico il cambiamento della profondità.
Il terzo metodo, sicuramente il più facile, economico e catturante è quello di utilizzare il piombo guardiano. Anche questa pesca deriva dal mare anche se nata per la pesca con il vivo, per il lago si adatta perfettamente. Praticamente alla nostra lenza attacchiamo un trave da un metro e mezzo con una girella finale dove attaccheremo il nostro piombo a pera a seconda della grammatura prescelta. Faremo poi un finale di quattro metri con attaccato il nostro terminale in acciaio e la nostra esca. Il metodo prevede, mentre si traina, di far affondare il filo fino a che non si sente il fondo e poi dare ancora una decina di metri. In questo modo faremo lavorare la nostra esca sempre in prossimità del fondo. In caso di aumento o diminuzione delle profondità ci basterà recuperare o lasciare filo fino a che la nostra esca non sarà in posizione. Con noi dovremo portare una serie di piombi da usare a seconda delle fasce d’acqua che intendiamo sondare. Per trainare dai 5 agli 8 metri va bene un piombo da 100 grammi, dagli 8 ai 12-13 metri 150 grammi, oltre useremo 200 grammi. In linea di massima questa tecnica è ottima fino ai 20-22 metri, poi la piombatura inizia ad essere insufficiente; aumentarla sarebbe molto difficile a meno di utilizzare canne u mulinelli sovradimensionati. Il trave per il piombo guardiano conviene costruirlo con un trecciato di basso libbraggio o con un nylon massimo dello 0,25 in modo che se il nostro piombo si impiglierà sul fondo, trainado, riusciremo a rompere il filo, perdendo solo il piombo e non la nostra preziosa esca artificiale.



La prima cosa che ci serve è avere la fortuna di possedere una piccola imbarcazione; non servono grosse barche super-accessoriate, una comunissima barchetta in alluminio da 3 metri e mezzo è gia sufficiente per poter pescare in due e trainare con 4 canne. Anche come motore non serve nulla di speciale in quanto traineremo quasi sempre al minimo, quindi un 4 cavalli da quattro tempi è una scelta perfetta.
Dobbiamo munire la nostra barca anche di portacanne. Esisto diversi modelli, sicuramente i più pratici sono quelli da incasso fisso, ma esistono anche modelli rimovibili e d inclinabili in tutte le direzioni. Da noi difficilmente si trovano, ma con internet possono essere facilmete acquistati oltre oceano a costi decisamente contenuti.
Come canne per il luccio noi utilizziamo delle canne belle rigide da jerk da un metro e ottanta con potenza da 80-120 grammi e un adeguato mulinello rotante. Assolutamente da preferire un trecciato bello rigido al posto del più elastico nylon. La pronta risposta di ferrata che abbiamo con un trecciato è fondamentale. Un cavetto d’acciaio da 25 centimetri o più é inoltre fondamentale.


Per quanto riguarda le esche il discorso è un po’ particolare; i punti da focalizzare sono due, il colore e le dimensioni dell’esca. Dobbiamo tenere presente che i lucci nei laghi sono spesso a caccia di lavarelli e agoni in primo luogo e in secondo luogo di gardon e persici. Parliamo quindi di pesci con una taglia media che tranquillamente va dai 15 centimetri in su. Di conseguenza non dobbiamo lesinare mai sulle dimensioni dell’ artificiale da utilizzare. Personalmente non scendo mai sotto artificiali di 13-14 centimetri di lunghezza. Un lucciotto da un chilo e mezzo puo’ attaccare tranquillamente un artificiale del genere. Sono da prediligere esche con un sostenuto movimento “side to side”, snodati o esche che emettono marcate vibrazioni. Oltre i dieci metri la visibilità inizia a diminuire drasticamente anche nelle giornate più soleggiate e quindi le vibrazioni della nostra esca artificiale saranno una delle chiavi per il nostro successo. Di conseguenza esche come il Salmo Skinner da 15 centimetri, il Warrior Crank, il Withefish sono da tenere in dovuta considerazione.
Altra fattore importante è il colore dell’esca. Tempo fa avevo letto di una ricerca effettuata negli USA per quanto riguarda i colori degli artificiali a seconda delle profondità che scendevano. Bene, fino ai 9-10 metri le colorazioni, all’occhio umano, vengono mantenute, ma mano che poi si scendeva, tutti i colori vengono appiattiti a vari toni di grigio; l’unico colore che risaltava su tutti è il giallo fosforescente che riesce ad essere distinto a differenza di tutti gli altri. Quandi la scelta del colore della nostra esca è fondamentale, dobbiamo tenere presente che oltre i dieci metri vanno sicuramente scelte esche con colorazioni molto chiare o fluo in modo che possano essere viste con maggiore probabilità dal nostro predatore. Teniamo poi in considerazione il fatto che la maggior parte delle volte il luccio vedrà la nostra esca da sotto, quindi quello che ci interessa maggiormente è la colorazione della pancia del nostro artificiale.
Se trainiamo dai zero ai dieci metri allora possiamo dare tranquillamente sfogo alle più svariate scelte di colori; non dimentichiamoci anche di provare un bel cucchiaino ondulante, che non delude mai.



Un attrezzo sicuramente fondamentale per questa pesca è l’ecoscandaglio. Purtroppo pero’ questo attrezzo, a causa di persone che gestiscono la pesca, fanno leggi, ma sono li solo per scaldare una sedia, e con la pesca proprio non centrano nulla e non ne capisco una beata fava è purtroppo ritenuto di utilizzo vietato. E’ sfortunatamente per noi una legge idiota che solo in uno stato come il nostro viene mantenuta….veramente deprimente!!!
Un must poi è avere anche un GPS che in caso di cattura ci aiuterà a poter ritrovare lo stesso punto in eventuali nuove pescate in quella stessa zona.
Come detto in precedenza pescando in due si riesce tranquillamente a filare 4 canne anche se si pesca con una piccola imbarcazione. Anche qui si aprono diversi scenari possibili. La prima prevede di posizionare due esche in profondità, e due a mezz’acqua utilizzando esche down deep. Esistono artificiali come il Salmo Pech da 14 centimetri che puo’ navigare tranquillamente oltre i dieci metri senza l’utilizzo di nessun piombo aggiuntivo.
La seconda possibilità, ottima in autunno ed inizio primavera è quella di posizionare le solite due esche in profondità per la ricerca dei lucci e invece utilizzare due canne leggere, imbobinate a nylon con piccole esche artificiali sui 5-7 centimetri a galla per insidiare cavedani e nella più fortunata delle ipotesi trote lacustri. Spesso questa traina ibrida multispece ha salvato giornate altrimenti destinate a magri cappotti. Non è poi cos’ raro imbattesi in particolari giornate dove grossi cavedani girano a galla in caccia anche a parecchia distanza da riva.



A volte si hanno anche catture inaspettate come bass, grossi agoni e aspi.
Come detto i migliori momenti per questa tecnica è l’autunno, l’inverno e anche l’inizio primavera. Questo non preclude il fatto che anche in estate si possa tentare la cattura del luccio con questo metodo. I grossi luccio in caccia in profondità ci sono sempre, magari indirizziamo la nostra pesca all’alba al tramonto che sicuramente sono i due momenti migliori in assoluto. Ad inizio primavera, i lucci si possono anche trovare concentrati in zone di acqua non molto profonde, infatti dopo il periodo di frega, se si conoscono baie riparate o zone con vegetazione sommersa, si puo’ avere la fortuna di imbattersi in questi predatori che si stanno godendo i primi tepori in acqua più calde di quelle di profondità. Pescarli in questo periodo a spinning è sicuramente più gratificante, ma trainando si riuscirà a coprire una maggiore quantità d’acqua. Magari una volta catturato, ci si puo’ fermare e tentare con la canna da spinning.