PIRANHAS


Tra i pesci più temuti dall'uomo nessuno, eccezion fatta per lo squalo, nessun pesce è così comunemente denigrato quanto un piccolo abitante dei fiumi sudamericani il piranha.
Il piranha così spesso descritto nei film da un po’ di anni a questa parte come scarnificatore fino allo scheletro delle sventurate vittime e strumento di torture di perversi profittatori e di capi malvagi. Il solo nome dei piranha risveglia nella mente le storie degli uomini della giungla che mettono le loro vittime, legate a pali, dentro l'acqua fino alla cintola, dopodiché sopraggiungono branchi del pesce assassino che li spolpano di tutta la carne dai fianchi in giù; o altre storie di malcapitati che cadono fuoribordo dalle canoe e scompaiono quasi istantaneamente in un tumulto di schiuma e sangue e l'acqua ribolle tingendosi di rosso.
Non tutti questi racconti a forti tinte hanno avuto origine nella mente dei creatori dei racconti del terrore, ci sono alcune storielle che sono venuto a conoscenza e che mi sono state dette essere autentiche in cui dei piranha avevano attaccato animali di grosse dimensioni che erano entrate in acqua.
I piranha abitano i fiumi in un'area che comprende circa 4.000.000 di chilometri quadrati dell'America del Sud dai confini orientali delle Ande alle coste atlantiche e a sud fino alle regioni settentrionali dell’ Argentina, del Paraguay e dell'Uruguay. In questa vasta estensione, gran parte della quale è stata esplorata solo superficialmente, vivono pjù di 20 specie di piranha. La maggior parte di queste sono innocue; le loro dimensioni variano da una decina di centimetri al mezzo metro di lunghezza. Il piranha nero (Serrasalmus rhombeus),quello bianco (Pygocentrus cariba) e quello rosso (Serrasalmus nattereri) sono gli unici che veramente minacciano l'uomo. E indiscutibile che se questi pesci convergono in gruppi abbastanza numerosi su un animale delle dimensioni di un uomo sono in grado di ridurlo a uno scheletro; ma benché ci siano un'infinità di avvenimenti autenticati di morsi di piranha alle persone, non si è mai accertato ufficialmente un caso di vittima umana imputabile a loro.

Personalmente mi è capitato che durante una sosta di navigazione mentre risalivamo il Rio delle Amazzoni, i membri dell’equipaggio si sono tuffati in acqua per fare un bagno e trovare un po’ di refrigerio dal calore soffocante. Più volte mi avevano detto che non avevano nessuna paura dei piranha e in nessun caso sarebbero stati attaccati. L’unico limite era quello di non entrare in acqua se si avevano delle ferite recenti, in quanto i pirarha potevano essere stimolati all’attacco dall’odore del sangue. Per testare se veramente ci fossero avevo fatto diversi lanci nei paraggi riuscendone a catturarne alcuni.
Tuttavia basta il nome per riassumere un'impressione minacciosa; tale parola, presa dal dialetto degli indigeni, gli indios sudamericani, significa « pesce-dente ». Il nome calza a pennello perché la cosa più appariscente del piranha è la sua bocca piena di possenti denti che si vedono immediatamente a causa delle mascelle rialzate dell'animale. Azionati dai potenti muscoli delle fauci, i denti di un piranha possono staccare un pezzo di carne con un taglio netto come quello di uno scalpello. I piranha non afferrano e strappano la carne mordendo, ma più precisamente la staccano in un sol colpo con l'abilità di un chirurgo. A causa di quei denti affilati come rasoi anche creature dalla pelle relativamente spessa e robusta sono vulnerabili. Più di una volta quando ero intento a slamarli hanno addentato le pinze in acciaio lasciando in essere profonde graffiature.


Piranha, tambaqui e pacu

I principali pesci catturabili della famiglia dei piranha sono cinque: I più comuni sono il piranha rosso, quello bianco ed il nero. Ci sono poi i due più grossi rappresentanti di questa numerosa famiglia, il pacu ed il tambaqui.
I primi tre piranha sono validi combattenti una volta allamati, e sono le principali prede catturabili con canna e mulinello. Essi vengono catturati principalmente a spinning mentre si è intenti nella cattura di pesci di maggior mole e prestigio come il peacock od il payara. La loro taglia media va di solito dal mezzo chilo al chilo, anche se esemplari fino a 2-3 chili sono piuttosto comuni. Ad ogni modo sembra che sia il piranha nero ad essere il più grosso dei tre con pesci catturati in modo professionale di peso oscillante tra i 6 e 7 chili.
Oltre che per le loro qualità e combattività sono molto apprezzati per la bontà delle loro carni, anche se sono parecchio liscosi.
Una volta agganciati combattono con una forza sproporzionata alla loro mole, quasi fossero dei pesci d’acqua salta. Anche il momento dell’abboccata è alquanto particolare e brutale, spesso e volentieri a momenti ho rischiato di perdere la canna, non essendo pronto a simili abboccate fulminee e poderose.

Molto spesso mi è capitato di recuperare un grosso peacock e dietro aveva 2 o 3 piranhas intenti nel cercare di attaccare il pesce in difficoltà tentando di mangiargli via dei pezzi di coda. Sono anche cannibali, in quanto quando se ne allama uno, spesso e volentieri gli stessi membri del branco lo attaccheranno sicuramente.
Gli attuali record IGFA per questi pesci sono 3.17 chili per il nero, 3.85 chili per il rosso e 2.5 chili per il bianco.
Pacu e tambaqui sono un’altra cosa, sono dei veri e propri colossi. L’attuale record del mondo IGFA per il pacu è un esemplare di 9.5 chili, mentre quello per il tambaqui è di ben 28.5 chili, quest’ utlimo catturato nel bacino Amazzonico.
Entrambi i pesci hanno una aspetto e conformazione del tutto simile ai loro cugini piranha, differenziano solo per la dimensione e per la colorazione. Il pacu solitamente è di colore marroncino, mentre il tambaqui è di colore nerastro.
Questi due pesci non sono propriamente pesci predatori, direi più pesci approfittatori e onnivori. Tendenzialmente si nutrono di alghe, piante ed insetti vari, ma sono anche specializzati nel trovare e mangiare i frutti che cadono in acqua dalle piante. Grazie ai loro poderosi denti riescono a rompere anche i frutti con i gusci più duri. Una volta trovata una pianta da frutto nelle vicinanze del fiume tendono a stazionare in quella zona speranzosi che prima o poi si stracchi un frutto.

Ad ogni modo, essendo dei pesci approfittatori, nel caso nei loro pressi passassero dei piccoli pesci, o anche più grossi ed in difficoltà si trasformano i perfetti predatori. Quindi sia con la tecnica dello spinning che quella della mosca possono essere catturati abbastanza facilmente, il problema principale sta ad individuare sotto quale pianta si concentrano.
Alcune guide che operano nel bacino Amazzonico hanno trovato un sistema alquanto ingegnoso per trovarli abbastanza facilmente. Solitamente iniziano a discendere il fiume prescelto in drifting, mantenendo la barca ad una decina di metri dalla riva lussureggiante; ad intervalli regolari gettano nei pressi della riva dei piccoli frutti simili a ciliegie verdi, che in acqua galleggiano. Quando vedono il pacu od il tambaqui salire in superficie per mangiarli, fermano la barca ed avvisano il pescatore in quale zona precisa lanciare il proprio artificiale. Quando l’artificiale cadrà in acqua nella zona indicato, novanta volte su cento, il pesce bollerà all’artificiale senza troppe precauzioni.

Un’altra variante a questa pesca è utilizzare gli stessi frutti come esca innescati o legati su un buon amo affilato, solitamente 2/0 o 3/0. Alcuni pescatori brasiliani attuano questa pesca, invece che con le tradizionali canne da pesca in carbonio, con l’ausilio di grosse canne di bambu di 4-5 metri con un grosso filo di nylon, ingaggiando dei veri e propri tiri alla fune con questi poderosi pesci.
A causa dei loro poderosi denti, il cavetto d’accio e d’uso obbligatorio.


Per chi volesse pescarli

Fare un viaggio fino in Sud America per pescare solo piranha, tamabaqui e pacu, è sicuramente un po’ riduttivo. La loro cattura sportiva è spesso solo casuale mente che sia i denti a pescare più rinomati predatori come il peacock. Ad ogni modo la loro pesca è molto divertente, sono grandi combattenti e soprattutto su lenze leggerire. Quindi alternare la pesca al peacock a quella della famiglia dei piranha può essere una valida alternativa. Per insidiare il piranha rosso, nero e bianco, direi che al massimo possiamo dare per una canna da 2,40 con potenza da 20-40 grammi; come filo meglio scegliere un tracciato da 20 libbre. Assolutamente da non dimenticare il cavetto d’acciaio; come esche artificiali al numero uno ci sono i cucchiaini a paletta rotante di colore argento o dorato nella misura dal due al tre. Poi, sicuramente catturanti tutte le limitazioni di pesciolini, ma bisogna scegliere sempre quelli in plastica. I tipi costruiti in legno durano veramente poco, i denti dei piranha riescono a staccare pezzi con grande facilità.
Dalle mie esperienze l’artificiale migliore si è rivelato il Rapala Husky Jerk da 6 centimetri in colorazioni naturali. È bene portarsi dietro qualche ancoretta di riserva poiché qui tendono a spuntarsi molto in fretta.

Per chi volesse pescare pacu e tambaqui il discorso è diverso, l’attrezzatura deve essere più potente e robusta. Non si può mai sapere che taglia possa essere la nostra preda; già un pesce da quattro o cinque chili vi farà diventare matti. La canna che utilizzeremo per i peacock la potremmo riutilizzare per questa pesca, quindi una canna da 2,40 con potenza minima 40-60grammi, ma meglio se superiore, abbinata con una mulinello caricato con trecciato da 50 libbre. Il modo migliore per pescarli è come detto utilizzare i segni o i piccoli frutti degli alberi nei pressi della riva

Quindi per chi voglia intraprendere un viaggio alla volta del sud America può ottenere molta informazione attraverso i siti Web: http://www.acuteangling.com/, http://www.amazonsportfishing.com.br/, http://www.riverplateoutfitters.com/ e http://www.peacockbassfishing.com/

WORLD CATFISHING


Con la parola “pesce gatto” o “cat-fish” si intendono tutti quei pesci di fondo la cui forma fisica è caratterizzata da una grossa e compressa testa e la presenza di numerosi baffi. Essi possono appartenere a diverse famiglie, ma in qualunque parte del mondo ci troviamo, ed abbiamo il piacere di pescarne uno, immediatamente riusciamo ad identificare la sua appartenenza questa grande famiglia.
Essi sono presenti in Europa, in Nord e Sud America, praticamente in ogni fiume e lago africano, e in vari stati asiatici. Tralasciamo quelli euuropei e concentriamoci sugli altri.



Sud America


Sicuramente il fiume più rappresentativo del Sud America è il Rio delle Amazzoni, che è secondo per lunghezza solo al fiume Nilo.
Questo fiume e tutti i sui tributari ospitano più di duemila specie di pesci diversi, e tra questi numerosi tipi di pesci gatto. Uno dei più comuni è il piramutaba, un pesce gatto di colore grigiastro che può abbondantemente superare i dieci chilogrammi di peso. Il piramatuba ha due più grossi fratelli, il piraiba e il golden catfish, e tre possenti cugini, il pirarara, il surubim ed il jao.
Il piraiba è sicuramente il più grosso e il più combattivo pesce gatto di tutto il Sud America; non è solo uno dei più grossi pesci di questo continente, ma anche di tutto il mondo. Alcuni anni fa sono stati catturati parecchi esemplari intorno ai 200 chilogrammi, ma in passato si sono registrate catture con peso prossimo ai 300.
Il golden catfish è così chiamato per la sua colorazione giallastra e perché quando è esposto al sole brilla come l’oro. La taglia media di questo pesce è intorno ai 30 chilogrammi, ma esemplari oltre i 40 sono catturati annualmente.
Anch’esso è un forte e tenace combattente e caratterizza la sua difesa con potenti fughe in prossimità del fondo.
Il pirarara (red tail catfish) e il jao sono molto simili come aspetto, ma mentre il primo può raggiungere a stento i 50 chilogrammi, il jao può agevolmente arrivare ad oltre 150 chilogrammi di peso. Sicuramente il pesce gatto più conosciuto è il pirarara ed è un pesce abbastanza comune da catturare, mente il jao è piuttosto raro, forse perché sembra prediligere acque diverse da quelle normalmente praticate dagli altri suoi parenti pesci gatto, come fondali rocciosi e zone con rapide vicino alle cascate.
Infine vi è il surubim, il quale sembra raggiungere i pesi maggiori al di fuori dei sistemi fluviali del Rio delle Amazzoni. Mentre in Amazzonia raggiunge a stento i 20 chilogrammi in altri fiumi come il Paranà sono stati catturati esemplari di circa 80 chilogrammi.


Tutti questi pesci gatto devono essere insidiati con attrezzature pesanti e come esche vengono normalmente utilizzati vermi, molluschi, parti di pesci ed a volte anche pezzi di formaggio. Quest’ ultimo viene utilizzato quando i piccoli pesci letteralmente spolpano di continuo i pezzi di pesce che vengono innescati, ed in questo modo si riesce a selezionare la preda che si vuole insidiare.
   


Nord America


Nel nord America esistono numerosissime specie di pesci gatto, si va da piccoli esemplari che al massimo raggiungono i sei etti a grossi pesci con peso oltre i 40 chilogrammi. I più rappresentativi sono quattro: il catfish channel, il catfish blu, il catfish flathead ed il catfish white.
Ognuno di questi pesci prende il nome per qualche sua caratteristica fisica od abitudine; infatti il catfish blue è così chiamato poiché le sue pinne, soprattutto negli esemplari giovani, assumono una colorazione bluastra. Il catfish channel prende questo nome grazie alla fatto che come habitat preferisca grossi canali a medio-forte corrente. Gli altri due pesci gatto prendono anch’essi il nome per le loro caratteristiche fisiche: il catfish flathead poiché ha una testa molto piatta e il catfish white poiché è di un colore molto chiaro e con ventre di colore bianco.
Il più grosso di tutti i pesci gatto nord americani è il catfish blu, che può raggiungere il mezzo quintale di peso; esso è considerato anche il più combattivo e per questo è anche il più ricercato ed insidiato dai pescatori americani.
Secondo per grandezza è il catfish flathead, il quale al massimo può raggiungere i 40 chilogrammi. Vi sono poi il catfish channel con un peso di una ventina di chilogrammi ed infine il “piccolo” catfish white con un peso intorno ai 7-8 chilogrammi.
Tutti questi pesci gatto possono essere pescati nella parte meridionale del Canada, negli Stati Uniti ed alcuni di essi come il catfish channel e il catfish blu anche in qualche fiume messicano.
Come il pesce gatto di casa nostra anche questi “cugini” d’America amano vivere in profondità e nutrirsi prevalentemente di notte; la loro dieta comprende piccoli invertebrati, molluschi, conchiglie e piccoli pesci. Il catfish channel, il blu ed il flathead, in età adulta, tendono a diventare quasi esclusivamente dei predatori di altri pesci. Anche per questo gli esemplari più grossi sono sempre catturati con pesci morti.
Gli attuali record del mondo Igfa per questi pesci sono rispettivamente: 50 chilogrammi per il catfish blu, 26 chilogrammi per il channel, 41 chilogrammi per il flathead e 8,5 chilogrammi per il white.



Gli africani


Nel continente africano esistono più di una ventina di specie di pesci gatto, ma solo alcune raggiungono dimensioni degne di nota. Abbiamo quindi il sharptooth catfish, il vundu catfish e il bagrus catfish.
Il sharp tooth è sicuramente il più grosso pesce gatto di tutta l’Africa e può arrivare ad una lunghezza di un metro e 40 centimetri ed a un peso accertato di 59 chilogrammi. Il colore di questo pesce varia dal nerastro al marrone, con un ventre bianco e con pinne di un colore rosso acceso soprattutto durante il periodo di riproduzione.
La distribuzione di questo pesce è prevalentemente focalizzata nella parte meridionale dell’Africa e tra i migliori hot spot ci sono i fiumi Zambesi, Orange, Kavango e numerosi piccoli fiumi Sudafricani.
Dal canto suo anche il vundu catfish può raggiungere il mezzo quintale di peso ed è sicuramente uno dei pesci più combattivi d’acqua dolce. A parità di peso combatte sicuramente di più rispetto al sharptooth ed al bagrus catfish, ed è per questo che è il pesce gatto più ricercato ed insidiato.
Parlando con degli appassionati pescatori di questi pesci, mi hanno detto che combattere un siluro a paragone di un vundu è ben poca cosa, e ci vuole un siluro grande almeno una volta e mezzo, se non il doppio, per sprigionare la stessa forza che ha questo pesce gatto africano.
Il vundu è distribuito un po’ in tutto il continente africano popolando sia fiumi che laghi, ma i due più prolifici hot spot sono il lago Nasser in Egitto ed il lago Kariba in Zimbabwe. In questi due laghi vi è la reale possibilità di organizzare battute di pesca a questo pesce con la sicurezza di ottenere sempre buoni risultati.
Infine vi è il bagrus catfish la cui cattura sembra sia più rara rispetto agli altri due, ma ad ogni modo è anch’egli apprezzato per le sue caratteristiche di combattente e per la taglia spesso al di sopra dei 25 chilogrammi.




Questi pesci gatto possono essere pescati a fondo con pesci morti o con parti di essi, con pezzi di carne, magari quelli avanzati dalla cena del giorno precedente, o con blocchi di sapone. Si proprio sapone! Infatti in alcuni stati africani come il Zimbabwe è di prassi l’uso del sapone come esca principale per pescare i pescigatto; questo sapone di colore bluastro è fabbricato con grasso animale e vegetale, e così sciogliendosi lentamente in acqua ha un potere attirante veramente notevole. E’ molto malleabile e di conseguenza si può modellare con facilità sull’amo.
   

Dall’Asia solo giganti


Molti fiumi e laghi asiatici ospitano un vastissimo numero di pesci gatto per lo più sono giganti.
Il mekong catfish è il pesce più rappresentativo di tutta l’Asia, è presente in modo massiccio nei fiumi più grossi (fiume Mekong) per lo più con esemplari dai 15 ai 30 chilogrammi con qualche esemplare che raggiunge anche il quintale di peso anche se in ambienti più selvaggi si dice possa raggiungere i 300 chili, ma nulla è stato per ora provato; di sicuro esemplari fino a 290 chili sono stati catturati in Cambogia. E’ un combattente che non ha assolutamente rivali, la difesa di questo pesce è così possente che può essere paragonata solo a quella di un tonno, e chi ha pescato tonni con attrezzature leggere può ben capire quanto tirino questi pesci.
Durante una mia esperienza di pesca ho visto numerose volte il filo dei miei compagni di pesca spezzarsi, ho anche visto letteralmente esplodere una robusta canna da siluro di ottima marca alla prima partenza del pesce. Addirittura un grosso mekong catfish ha trascinato in acqua un giovane pescatore tailandese che con la frizione totalmente chiusa non voleva dare filo al pesce. Il mekong catfish è un pesce unico, non proprio bello nell’aspetto, ma sicuramente il pesce più combattivo che esista in acqua dolce.
In India ed limitatamente in alcuni stati limitrofi si puo’ trovare un altro colosso: il gonk o giant bagarius (Bagarius Bagarius) il quale sembrerebbe arrivare a sforare i 150 chilogrammi anche se per certo sono stati catturati con filo ed amo solo esemplari fino a 70 chili
Ha una struttura fisica abbastanza simile a quella del Bagrus africano, ma con una colorazione sul verdone e la caratteristica di questo pesce è la spaventosa dentatura. Infatti i denti di questo pesce assomigliano più a quelli di uno squalo che a quelli un pesce d’acqua dolce.
In alcune poverissime regioni dell’india sia di uno comune gettare i cadaveri nei fiumi dopo la cerimonia religiosa e sembrerebbe che qui questi pesci gatto si siano abituati a nutrirsi proprio in questo modo. Ho visto di recente un documentario sull’India e faceva vedere che in alcuni remoti villaggi le madri vietavano ai figli piccoli di avvicinarli alle rive del fiume perchè avevano paura che i grossi pesci che stazionavano in quelle acque li mangiassero…..
Altri interessanti pesci gatto asiatici sono il Chrao Phraya, molto simile al mekong catfish come fattezze, ma le abitudini alimentari sono completamente diverse, si nutre quasi esclusivamente di altri pesci. La taglia media di cattura è sui 20-30 chili con punte che al massimo possono raggiungere i 50.
Il pesce gatto più comune qui in Asia è il Plakot Kang ed lo Swai (o striped catfish), decisamente dei buoni combattente, ma che raramente possono arrivare ai 10 chilogrammi.
Due rari ed interessanti pesci gatto sono il grey eel catfish (Plotosus caninis) ed il Great White Sheatfish. Il primo è veramente orrendo nella sue fattezze, con sembianze quasi preistoriche e lo si puo’ catturare quasi esclusivamente in acqua salmastra alle foci dei fiumi. Il secondo invece è abbastanza simile al nostro siluro, ma con un colore argento. Popola prevalentemente i laghi e preferisce le acque pulite e trasparenti. Al massimo sembra che possa raggiungere i 40 chilogrammi.


Indirizzi utili


Moltissime organizzazioni operano ed organizzano viaggi per la pesca in Sud America ed in particolare nella regione Amazzonica, tra i migliori contatti vi suggerisco: http://www.kaluapesca.com.br/; http://www.acuteangling.com/, http://www.amazonsportfishing.com.br/, http://www.riverplateoutfitters.com/ e http://www.peacockbassfishing.com/
L’Africa è immensa, ma si contano sulle dita di una mano le località sicure per cercare di catturare un bel baffone. Per poter pescarli in Zambia e Zimbabwe potete contattare la Tailor Made Holidays (e-mail: enquiries@tailormadeholidays.co.uk; http://www.tailormadeholidays.co.uk/). Se volete fare qualcosa di più selvaggio vi consiglio l’Uganda e le famose cascate Murchison (e-mail: gonefishing@fishingmurchison.com); qui si possono catturare grossi bagrus. La localita’ più comoda da raggiungere è sicuramente il lago Nasser in Egitto (http://african-angler.co.uk/ )
Per quanto riguarda il Nord America e quindi USA e Canada ci sono numerosissime zone dove poter tentare la pesca, ma sicuramente uno dei fiumi più famosi è il Red River sito vicino la città di Winnipeg nelle stato del Manitoba in Canada. Qui vi è il famoso lodge di pesca “Cats on the Red” (http://www.catsonthered.net/). Altri interessanti siti web sono:http://www.catfish-guide.com/, www.h2ow.com/catfish www.txcatfishguide.com/fairfield_catfish_redfish_guide.htm
Come per l’Africa anche pescare in Asia non è una cosa semplice questo perché la maggior parte delle zone di pesca sono molto remote e difficili da raggiungere. Al tempo stesso non esistono organizzazioni valide che possano organizzarci una sicura serie di battute di pesca. Una seria e provata organizzazione è la Angling Thailand
(http://www.anglingthailand.com/) la quale propone da anni la pesca in Thailandia a diverse specie di pesci gatto e vari predatori locali.Per chi fosse interessato alla cattura del giant bagarius puo’ rivolgersi all’ agenzia Olandese Ps-visreizen che organizza viaggi in India. (info@psvisreizen.nl)
 



images courtesy of IGFA (www.igfa.org) and F. Helias

PEACOCK, PAYARA E DORADO

Payara

Il payara appartiene alla famiglia dei Cynodontidi (Hydrolicus scomberoides) è può raggiungere e superare il peso di 20 chilogrammi
La traduzione letteraria del suo nome potrebbe essere “pesce con i denti di cane”; ed è anche chiamto “pesce Dracula”. Infatti la parte sottostante della sua mascella ospita due denti enormi e totalmente sproporzionati facendo questo pesce in tempi antichi una vera e propria leggenda ed un pesce molto temuto; è quasi una specie di pesce preistorico.
Un pesce di una decina di chili ha due canini lunghi almeno 15 centimetri. Questa possente dentatura permette al payara di poter catturare ed uccidere all’istante prede che sono grandi anche la metà della lunghezza del suo corpo.
Questi predatori hanno un corpo molto possente, con una colorazione argentata, ma al tempo stesso sono pesci molto delicati, una volta catturati devono essere rilasciati abbastanza in fretta, pena la morte del pesce in breve tempo.
Il payara preferisce fiumi con acqua corrente e dove vi è parecchia turbolenza. É un pesce opportunista che ama sostare in caccia zone riparate dalla corrente oppure nei fondali più profondi, per avventarsi sulla prima preda che capita a tiro.
Una volta allamato, spesso e volentieri salta, ma le sue fughe sono prevalentemente lunghe e molto possenti. Bisogna aspettarsi che da un pesce di medie dimensioni possa sbobinare anche una cinquantina di metri di lenza. Sebbene questo pesce sia stato molto poco ricercato, in questi ultimi anni è diventato quasi un pesce di culto, vista anche la difficoltà di cattura. A causa della sua strana dentatura, è molto difficile avere una solida allamata quando il pesce abbocca. Spesso e volentieri, infatti, si slama quasi all’istante. E’ anche per questo che nella sua pesca si usano solitamente artificiali molto grossi per aumentare le possibilità di allamata.
L’attuale record IGFA (www.igfa.org) per questo pesce è di 17.80 chili ed è stato catturato nel 1996 in Venezuela nelle famose cascate Uraima
 
Il Pecock

Peacock bass è dei tre il pesce predatore più popolare del Sud America.
Ha un comportamento molto simile al nostro persico trota, amando acque calde e tranquille e zone con forte vegetazione e strutture sommerse dove può trovare un buon numero di piccoli pesci da predate. Ama restare nelle zone superficiali dell’acqua soprattutto in prima mattina e verso sera per poi dirigersi verso il fondo nelle ore più calde della giornata. Sembra comunque che gli esemplari più grossi siano quasi sempre catturati in superficie proprio durante le ore più calde.
Esistono numerose specie di peacock anche se tra gli ittiologi ci sono stati parecchi dibattiti per stabilire l’esatto numero delle specie. Ancora oggi sembra possano esservi almeno una decina di specie diverse anche se l’IGFA (International Game Fish Association), che è la fonte più autorevole in merito ne ha classificate stranamente solo 3 come elegibili per l’omologazione come record mondiale.
Nodo importante di questa controversia è il fatto che molti ittiologi e studiosi considerano il great peacock e lo speckled peacock lo stesso pesce.
Senza ombra di dubbio il più grande della specie è il great peacock (Cichla temensis) che ha un peso medio di circa 3-4 chili, ma che può agevolmente arrivare a superare i 10 chilogrammi di peso. Ha una colorazione molto particolare e variegata solitamente a fondo verdastro con delle bande verticali nere ed una grossa macchia, simile ad un occhio sulla coda.
Lo speckled peacock sembra raggiungere, invece, al massimi i 5 chilogrammi ed è molto facile da riconoscere avendo una colorazione prevalentemente marrone con numerosi puntini bianchi disposti in modo orizzontale e barre nere verticali.
Una delle specie più catturate è sicuramente il butterfly peacock (Cichla ocellaris), molto più piccolo del great pecock, ma non di meno aggressivo ed combattivo. Questo pesce raramente sembra raggiungere i 6 chili di peso ed il peso medio di cattura oscilla intorno al chilo e mezzo di peso. Ha una colorazione diversificata da pesce a pesce, anche se per maggior parte dei buttefly peacock presenta 3 grosse macchie nere sul corpo verde chiaro ed una sulla coda. A seconda del periodo, inoltre, può avere anche varie sfumature che vanno dall’ arancione al rosso fuoco in prossimità delle branchie. Quando è di piccole dimensioni tende a muoversi ed attaccare in branco; così effettuata una cattura di un piccolo butterfly si può star certi che in zona ce ne saranno altri pronti ad afferrare la nostra esca
Le specie sicuramente più rara è il royal peacock (Cichla nigrolineatus) ed il blu peacock (Chicla Spp.) in quanto sembrano avere un habitat piuttosto limitato, confinato solamente in alcune remote zone del Brasile.
 


Dorado

l dorado (Salminus maxillosus) sono pesci migratori e come forma può essere paragonata a quella di una specie di trota preistorica con un apparato boccale possente paragonabile a quella di un Pit Bull. La sua pelle è veramente dura e con squame molto coriacee di un colore giallo-oro intenso, per questo che gli ittiologi quando lo scoprirono lo chiamarono dorado, cioè pesce dorato. Il suo corpo ha anche dei riflessi blu ed arancio.
I dorado sono i predatori più possenti e forti di tutto il Sud America; una volta allamati sono imprevedibili, alternano lunghe fughe sotto la superficie ad un numero incredibile di salti fuori dall’acqua. Possono arrivare a superare i 20 chilogrammi ed in passato si narravano storie di enormi dorado con peso prossimo ai 30 chili catturati nel fiume Parà in Argentina.
E’ un pesce molto sensibile all’inquinamento, e sicuramente il suo numero e taglia si è ridotto drasticamente in questo ultimo decennio. Attualmente la taglia media di cattura è intorno ai 3-6 chili.
Solitamente ama spostarsi in branco, quindi abboccate multiple sono sempre possibili.
Il dorado ama si fiumi ampi con moderata corrente che piccoli corsi d’acqua. Non ha preferenze per acque pulite o limacciose, basta che ci siano dei pesci da poter predare.
La sua bocca è la più temuta dai pescatori, è un grado di raddrizzare come nulla fosse anche le ancorette più robuste, e non è rado che spezzi in due artificiali sia di balsa che di plastica dura.
L’attuale record del mondo IGFA per il dorado è di ben 23.30 chili catturato in Argentina nel fiume Paranà.

Dove e come pescarli

Il Payara è sicuramente il pesce più difficile da trovare poiché la sua distribuzione è più limitata degli altri due predatori. La località sicuramente più famosa al mondo sono le cascate di Uraima in Venezuela e tutto il bacino dell’Orinoco dove i payara sono sempre presenti in buon numero ed esistono lodge attrezzati che propongono questo tipo di pesca. Qui inoltre la taglia media di cattura è sempre piuttosto elevata. Una buona presenza di payara vi è anche sul fiume Xingu in Brasile.
Il payara non è certo un pesce sofisticato, attacca tutto quello che vede, purchè sia di generose dimensioni. Molto spesso è catturato in drifting con l’esca viva calata in profondità, ma altrettanto spesso può essere catturato in traina con grossi Rapala Magnum da 14 o 18 centimetri. Anche lo spinning è producente e quindi esche artificiali da 12-14 centimetri di tipo affondante sono una scelta molto comune.
Al contrario del peacock, il periodo migliore per pescare i payara è solitamente quando i fiumi sono gonfi d’acqua e le rapide hanno forte corrente.
Il peacock, invece, può essere trovato in numerosi stati sudamericani come Brasile, Colombia, Bolivia, Guyana, Perù, ed è stato anche introdotto con gran successo in alcuni laghi di Panama, delle Hawaii ed in numerosissimi canali della Florida.
Non in tutti gli stati amazzonici esistono valide organizzazioni di pesca, quindi è bene indirizzarsi verso quegli stati come Brasile e Venezuela, dove l’attività turistica della pesca al peacock è sviluppata da molti anni e spesso gestita in modo impeccabile da serie organizzazioni o tour operator statunitensi.
In Venezuela le zone migliori e più conosciute sono il lago Guri, il fiume Orinoco, il fiume Cinaruco,. In Brasile, che è molto ma molto più vasto, le zone migliori sono tantissime, ma indicativamente sono considerate migliori il fiume Negro, il Caures, l’Unini, il Branco, il Madeira e il Matupiri per quanto riguarda la zona occidentale, mentre per la zona centrale e orientale i fiumi più famosi sono lo Xingu, il Marmelos il Jari Mucucuao, il Tapera.
Decidere dove e quando andare non è poi così facile poichè le variabili che si possono incontrare sono numerose. In linea di massima il momento migliore per pescare il peacock bass è durante la stagione secca, cioè quando il livello dell’acqua è molto basso. Infatti durante la stagione delle piogge i fiumi amazzonici possono ingrossarsi a dismisura ed il livello può crescere di oltre 10 metri allagando le foreste circostanti per centinaia di chilometri; inoltre la forti piogge trascinano in acqua grandi quantità di fango rendendo la pesca praticamente impossibile.
A seconda del paese dove ci si vuole recare esistono stagioni o periodi ben definiti che è meglio chiedere al tour operator od agenzia che organizza il viaggio.
Un tipo di esca sicuramente eccezionale per il peacock, sono i popper o propeller o tutte le esche di superficie che creano rumore e una vistosa scia. Una fra le migliori è prodotta dalla Luhr Jensen: il woodchopper produce delle vibrazioni ed ha un rumore caratteristico che stimola in modo accentuato l’abboccata di questo predatore.
Invece, le zone dove il dorado è diffuso maggiormente sono: Argentina, Paraguay, Uruguay la parte sud ovest del Brasile, e la Colombia.
Benché la distribuzione del dorado sia piuttosto ampia le zone dove lo si può pescare e dove esiste una organizzazione valida sono piuttosto limitate. Per ora per andare sul sicuro bisogna recarsi in Argentina dove vi è un discreto numero di lodge che propone la pesca a questi predatori sul fiume Paranà e sui suoi affluenti
Le migliori esche per il dorado sono sicuramente le esche vive. Sicuramente al top c’è un piccolo anguilliforme chiamato “morenita” in Argentina. Va innescato sulla coda e lasciata andare in corrente con o senza galleggiante; praticamente si comporta come le nostre anguille quando peschiamo i siluri. Anche in acque molto torbile riuscirà ad attirare con le sui vibrazioni questi predatori anche a grande distanza.
Per lo spinning artificiali con robuste ancorette dai 9 ai 14 centimetri di varie fattezze e colori vanno sempre bene, anche il dorado, non è un pesce cha va molto per il sottile. Sembra particolarmente attratto da artificiali che contengono biglie di acciaio e che quindi emettono marcate vibrazioni e suoni.
Non bisogna mai sottovalutare questi tre pesci ed anche i medio piccoli esemplari, poiché anche quando sembra che siano ormai giunti sottobarca sfiniti, si cimentano un’ ultima poderosa fuga verso legni sommersi o cespugli riuscendo il più delle volte a rompere la lenza ancora prima che si possa tentare una qualche reazione.
Conseguentemente l’attrezzatura per questi tre predatori deve essere di prim’ ordine e soprattutto molto robusta. Una canna con capacità di lancio da 50 a 80 grammi con un mulinello caricato con un trecciato di almeno 50 libbre direi che è la scelta migliore. Il peacock e dorado riescono agevolmente ad aprire girelle moschettoni di basso libbraggio come pure a raddrizzare ancorette degli artificiali normalmente utilizzati per l’acqua dolce. Proprio per questo girelle e moschettoni anch’essi devono essere di buona marca e con potenza di tenuta minimo di 75 libbre. Per il payara e per il dorado, a causa delle loro poderose dentature bisogna obbligatoriamente sempre usare il cavetto d’acciaio almeno da 60 libbre.

Cotatti utili

Per pescare il payara in Venezuela potete visitare il sito web: www.lostworldadventures.com, interessante anche www.payara-fishing.com. Due interessanti fiumi brasiliani per la pesca a questo predatore sono Xingu, anche se qui la media di cattura non è così elevata come in Venezuela ed il fiume Tocantins, dove invece le catture sono sicuramente più interessanti. Per pescare rispettivamente in questi due fiumi potete visitare i siti web http://www.ranchixingu.com.br/ e http://www.bananalecotour.com.br/. Esistono anche interessanti zone di pesca in Peru e Bolivia, ma alquanto remote e mal organizzate.
Moltissime organizzazioni, invece, operano ed organizzano viaggi per la pesca ai vari tipi di pecock in Brasile e Venezuela; tra i migliori contatti vi suggerisco: http://www.kaluapesca.com.br/; http://www.acuteangling.com/, http://www.amazonsportfishing.com.br/, http://www.riverplateoutfitters.com/ e http://www.peacockbassfishing.com/
Per chi volesse provare a recarsi in Argentina per la pesca al dorado consiglio di visitare i siti web http://www.doradofishing.com/ che offre interessanti pacchetti sia per la pesca a mosca che a spinning. Un lodge molto famoso è anche il Cabana Don Julian www.cabanadonjulian.com.ar; interessanti proposte sono anche fatte dalla agenzia americana Goldon: http://www.goldon.com/

L' ALTRO CANADA


Tempo fa prima di partire per questo viaggio in Canada, ritrovandomi con alcuni amici poco avvezzi alla pesca, tutti mi fecero la stessa domanda: “Vai a salmoni?”, ricevendo risposta negativa mi chiedevano: “Allora vai per pescare le trote ?” ad una mia seconda risposta negativa mi ridomandavano: “Ma allora che cosa ci vai a fare in Canada??”.
Molti pensano che Canada sia sinonimo soltanto di salmoni e trote; questo, giustamente in quanto in questo stato insieme all’Alaska detiene un potenziale enorme per la pesca ai salmonidi e soprattutto hanno alle spalle una organizzazione turistica più che trentennale rivolta a questo tipo di pesca.
Ad ogni modo il Canada, da molti anni, è divenuto altrettanto famoso anche per la pesca a enormi lucci e trote lacustri, soprattutto tra i pescatori Statunitensi, ma questo non è tutto, qui si possono trovare in abbondanza anche altre specie di pesci come: enormi storioni, channel catfish (pescigatto di canale, gli stessi che si trovano nell’Arno Pisano), walleye, goldeye, whitefish, carpe comuni ed altro ancora.


I lucci e trote lacustri

Il luccio è il pesce più rappresentativo ed insidiato, dopo il salmone, da tutti i pescatori che si recano in queste regioni Canadesi.
La taglia media si aggira intorno ai 4-6 chilogrammi ma esemplari da 10-15 chili sono catturati normalmente durante ogni settimana;. Ogni anno inoltre sono numerosi anche gli esemplari da 16-18 chili.
Intorno alla prima settimana di giugno i laghi iniziano a sghiacciarsi ed i lucci tendono a spostarsi dalla acque profonde nelle baie d’acqua bassa dove questa è più calda e qui iniziano la frega. Solitamente è il mese di giugno, fino a volte ai primi di luglio che questi esocidi rimangono molto concentrati in delimitate zone, ed il bello è che sono molto aggressivi ed attaccheranno senza indugio gli artificiali che vedranno passare. Grandi quantità di catture sono garantite in questo breve periodo, tanto che queste settimane di pesca sono da prenotarsi 1 o 2 anni in anticipo.
Pensate che il record di catture di una barca in una singola giornata di pesca è la stratosferica cifra di 225 lucci; ad ogni modo mediamente in una giornata di giugno si catturano dai 30 ai 50 esocidi a testa. Mi hanno raccontato poi una storia (vera) di un pescatore che in giugno, ha pescato sia dalla riva che dalla barca per circa 18 ore consecutivamente riuscendo a catturare da solo ben 397 lucci. Questo è avvenuto sul Tolson river dove sfocia nel lago Great Slaves.
In luglio e agosto i lucci si sparpagliano lungo tutta la costa del lago, in agguato vicino alle vaste praterie di alghe e la pesca diventa, un po’ più difficile. Ad ogni modo, secondo le statistiche, gli esemplari più grossi vengono mediamente catturati in questi ultimi due mesi.
In questo periodo di media si catturano una ventina di pesci a testa.
Esistono numerosissimi luoghi dove si può pesca il luccio in Canada, ma le regioni più famose in termini di cattura sono in Saskatchewan, Northwest Terrytories, Manitoba ed in Alberta.
Purtroppo per noi i prezzi di questi lodge sono sempre piuttosto elevati in quanto si trovano in zone molto remote e lontane, e tutto il cibo, e rifornimenti vari arriva soltanto via aerea. Qui poi la stagione di pesca è molto breve, 3 mesi, da giugno a fine agosto.


Solitamente molti dei lodge che propongono la pesca al luccio in Canada dedicano del tempo alla pesca delle grosse trote lacustri che ci sono in molti laghi oltre il Circolo Polare Artico. Le più grosse mai catturate sono state prese nel lago Great Slaves nel Northwest Terrytories e nel lago Great Bear. Qui di media si catturano trote dai 5 ai 10 chilogrammi, ma nel top della stagione esemplari dai 18 ai 20 chili sono catturati normalmente. Pensate che l’attuale record è un esemplare di 32 chilogrammi presa nel 1995.
Numerosi laghi ospitano anche una folta popolazione di walleye, anche se sono relativamente insidiati, in quanto il fascino di prendere un grosso luccio o una possente trota è l’attrazione maggiore per i pescatori che si recano a pescare a queste latitudini.
In tutto il Canada è praticamente obbligatorio pescare con l’ardiglione schiacciato e quindi spesso si perdeva il pesce sotto barca o appena dopo l’abboccata.



Gatti, carpe & co.

Posso capire che recarsi in Canada per pescare pesci gatto e carpe, possa essere un po’ riduttivo, quindi la cosa migliore è quella di abbinare 4 giorni di pesca al luccio ad altrettanti a questa pesca. La destinazione più conosciuta e rinomata si trova a Lockport, una piccola città vicina alla capitale regionale Winnipeg, dove vi è un vastissimo complesso di laghi, canali e fiumi e la presenza di un rinomato fishing lodge: il “Cats on the Red”. Questo lodge è uno dei più famosi del nord America per quanto riguarda la pesca ai channel catfish ed è situato sulle sponde del Red River nelle vicinanze della diga di St.Andrews.
Il channel catfish è il pesce in assoluto più ricercato dai pescatori che si recano sul Red River grazie al fatto che popola in modo massiccio questo fiume, e perché qui raggiunge una taglia media molto elevata, spesso e volentieri oltre i 15 chili. La taglia media si aggira sui 6-8 chili.
La pesca ai channel catfish si effettua con barca ancorata in corrente pescando a fondo con ami 5/0 innescati con un trancio di goldeye, uno strano pesce che popola a folti branchi questo fiume.
Questa pesca non è assolutamente facile e non si può pretendere di riuscire a pescarne moltissimi in una giornata. Questo pesce è molto diffidente e le abboccate non sono mai molto decise; a volte afferra l’esca per poi risputarla e magari ritornare a riprenderla dopo qualche minuto. Ad ogni modo è un pesce combattivissimo e per avere la meglio su di un esemplare intorno ai 9-10 chilogrammi, con lenza del 0,40, venti minuti sicuramente non basteranno.
Il segreto di questa pesca sta tutto nell’abilità della guida, la quale ti deve portare nella zona giusta, ovvero dove il branco dei channel catfish sta stazionando. Infatti a causa dell’innalzamento od abbassamento delle porte della diga, con conseguente cambiamento del livello dell’acqua, i branchi di catfish si spostavano parecchio, e dove il giorno prima avevi avuto parecchie abboccate, il giorno dopo poteva rivelarsi del tutto privo di pesce.
Il Red River è letteralmente sovrappopolato dalle carpe, infatti sia negli Stati Uniti che in Canada non è considerato un pesce sportivo, cosicché quasi nessuno lo pesca. In anni addietro, addirittura in alcune regioni degli Stati Uniti avvelenavano volontariamente laghi e fiumi al fine di far morire questi ciprinidi, per poi seminare pesci a loro congeniali e che considerano altamente sportivi come trote, lucci, walleye.
La carpa non è infatti un pesce originario di questo continente; essa è stata introdotta nel 1876 riuscendo a riprodursi in maniera smisurata, in quanto ha trovato l’habitat ideale ed abbondante cibo. In alcuni sistemi fluviali ci sono così tante carpe, che non riescono a crescere, e magari una carpa di una quindicina d’anni arriva a pesare soltanto 8 o 9 chilogrammi. Anche nel Red River la taglia media è inferiore ai dieci chilogrammi, ma sovente sono catturate carpe ben oltre i 12 chilogrammi e l’attuale record di queste fiume è 18. Quindi, qui le carpe non sono mai sospettose come quelle di casa nostra e realmente ci si può proprio stancare di pescarle; non che siano proprio tonte, ma qui è tutto molto più facile.
In un particolare fortunato, alcuni anni fa, cinque pescatori inglesi, in cinque ore di pesca, hanno totalizzato la stratosferica cifra di 146 carpe dai 4 ai 10 chili.
Il Cat’s on the River lodge propone anche la pesca in primavera a grossi storioni lacustri stanziali della zona. La taglia varia dai 15 ad oltre 100 chili.
Sicuramente il Red River è uno dei fiumi più prolifici di tutto il mondo per questo tipo di pesca.



Giganteschi storioni

Il British Columbia è sicuramente la regione canadese numero uno per la pesca ai salmoni, ma ai primi dell’ autunno è altrettanto famosa per la pesca a grossi storioni che dal mare risalgono i fiumi per la riproduzione. Qui la taglia media è molto varia, si può andare da pesci dai 20 chili ad oltre i 200. Per la precisione il tipo di storione che si può trovare qui è il White Sturgeon, una specie che abita prevalentemente la zona ovest della costa del nord America; può crescere fino ben oltre i 3 metri per un peso che può arrivare fino a superare i 400 chili di peso.
Esistono un gran numero di organizzazioni e imbarcazioni charter che propongono questo tipo di pesca. La pesca si effettua dalla barca ancorata in mezzo al fiume con pesci morti o grappoli di uova di salmone posati sul fondo. La media di cattura è da uno a tre pesci per sessione di pesca, ma giornate più fortunate possono risultare in un numero maggiore di catture.
Il fiume più famoso in assoluto è il Fraser a breve distanza da Vancuver, lungo più di 500 chilometri. Qui solitamente non si alloggia in lodge sperduti nella foresta, ma in comodi hotel, solitamente nella città di Chilliwack ad una ora e mezza da Vancuver, o nelle vicinanze dove ogni mattina si verrà presi in consegna dalla guida di pesca che poi provvederà a portarvi direttamente sul luogo di pesca.
Visto che anche in autunno qualche salmone rimane ancora nei fiumi si può fare una pausa in questo tipo di pesca per fare qualche lancio ai salmoni.
Qui la stagione per i salmoni va da tardo Agosto fino a tutto Novembre.
Le immagini di storioni mi sono state inviate dall’amico e guida di pesca finlandese Juha Happonen che si è recato qui per pescare con successo gli storioni. I due più grossi che ha catturato superavano i 200 chili di peso.


Notizie Utili

Come arrivare:. Ci sono un buon numero di voli diretti per il Canada con arrivo solitamente alla città di Toronto. Sono operati da Alitalia (http://www.alitalia.com/) e da Air Canada (http://www.aircanada.com/). Il volo è di circa 8 ore. Da qui ci sono voli in coincidenza per le varie regioni.
Per raggiungere la maggior parte dei lodge in Saskatchewan, Northwest Terrytory e Manitoba si è soliti partire dalla città di Winnipeg. Infatti è dal suo aeroporto internazionale che partono i voli privati verso gli sperduti lodge disseminati in queste regioni. Per andare in Alberta e Yukon di solito ci si appoggia all’aereoporto di Edmonton. Da Tornonto a Winnipeg sono 3 ore e mezza di volo, un ora in più per Edmonton. Per recarsi a pescare gli storioni dobbiamo prendere la coincidenza per Vancuver.
Documenti, moneta ed altro: passaporto in corso di validità.
La differenza oraria va da 4 a 6 ore in meno che in Italia a seconda della regione Canadese dove di si trova. In Canada si attraversano 6 dei 24 fusi orari mondiali.
Per le chiamate Italia – Canada bisogna comporre il prefisso internazionale 001. Per le chiame Canada – Italia il classico 0039.
La moneta locale è il dollaro canadese. La corrente è a 110 volt come in Italia. Le prese sono generalmente differenti dalle nostre, è bene quindi munirsi di un adattatore
Clima I momenti migliori per la pesca coincidono con i climi più miti, quindi da maggio a settembre troveremo temperature variabili tra i 10 ed i 15 gradi a seconda della latitudine. Da ottobre a tutto aprile/maggio c’è neve e ghiaccio dappertutto. . In inverno le province atlantiche, il Quebec, l’Ontario meridionale hanno temperature che oscillano tra i -5 e i -20°C. All’interno dello Yukon e nei Northwest territories non è raro trovare temperature fino a - 40°C.
La Cucina: Solitamente nei vari lodge si mangia decisamente bene. Nei vari ristoranti e pub canadesi invece, ci si deve un po’ accontentare; si trovano spesso piatti un po’ bizzarri. Cucinare il cibo, decisamente non è la loro specialità.
Regolamentazione per la pesca: La pesca è regolata da leggi federali, provinciali e territoriali. I pescatori sportivi devono avere una licenza per non residenti relativa alla provincia o al territorio in cui intendono pescare. Permessi speciali, ottenibili sul posto ad un prezzo simbolico, sono necessari per pescare in tutti i parchi. Non servono premessi per portare con sé la propria attrezzatura, ma possono essere applicate limitazioni per quanto riguarda l’equipaggiamento, i periodi, le catture o le esche.

Contatti generali Utili: :
- Ufficio del Turismo Canadese in Italia, http://www.turismo.canada.it/
- Canadian Tourist Commission, http://www.travelcanada.ca/
- Alberta Tourism, http://www.travelalberta.com/
- Manitoba Tourism, http://www.travelmanitoba.com/
- Northwest Territory Tourism, http://www.nwttavel.nt.ca/
- Saskatchewan Tourism, http://www.sasktourism.com/
- Yukon Tourism, http://www.touryoukon.com/

Contatti di pesca:
Per chi volesse pescare i lucci, torte e walleye i lodge più rinomati sono:

- Plummer’s (http://www.plummerslodges.com/)
- Wollaston Lake Lodge (http://www.wollastonlakelodge.com/)
- Trout Rock Lodge (http://www.enodah.com/)
- Minorr Bay Lodge (http://www.greatwhitenorthlodges.com/)
- North of Sixy (http://www.northofsixty.com/)

Chi volesse pescare pesci gatto, carpe & Co:
- Cat’s on the Red Lodge: (e.mail: redcats@mts.net,:www.catsonthered.net)

Per la pesca degli storioni in British Columbia date una occhiata e prenotare il tutto attraverso i siti web http://www.bcsturgeon.com/ e http://www.fraserriverlodge.com/

NORVEGIA (Buvik 2010)

La pesca in Norvegia è sempre fenomenale. Di nuovo nel nord della Norvegia per pescare a jigging in queste acque gelate. Anche questa volta le catture sono state numerosissime. Otto giorni e mezzo di pesca in due pescatori: totale 1271 pesci catturati. La migliore giornata è stata con 303 catture.








Per chi volesse provare una esperienza simile alla nostra è bene equipaggiarsi di tutto punto. Per quanto riguarda l’attrezzatura e cosa portare, la lista sarebbe infinita, ma bisogna tenere sempre conto dei pesi, altrimenti si devono pagare salatissime soprattasse aeree; ad ogni modo ecco qui quello che abbiamo portato noi. Quattro canne da pesca, una da spinning leggera (5-20 gr.) da usare nei laghi, una da casting medio pesante (80-100 gr.) per la pesca in mare a predatori di piccola media taglia ed due canne da ultra pesante con potenza da oltre 300 grammi per la pesca a pesci di mole e di alto fondale, una è per il jigging e l’altra da usare per la pesca con il morto o con il vivo. Come fili abbiamo optato per i trecciati (50-80 libbre) in quanto garantiscono una migliore prontezza all’ abboccata anche quando si pesca in profondità e garantiscono sicuramente una migliore tenuta rispetto al nylon.
Per le trote piccoli cucchiaini rotanti sono la scelta migliore. E’ molto difficile reperire in loco attrezzatura o un buon assortimento jig, ma per chi volesse a Tromso un po’ se ne trovano, a volte anche nei supermercati.
Ad ogni modo è sempre meglio portarseli da casa, noi ci siamo auto limitati a 5 chili di esche a testa per non sforare troppo con i pesi in aeroporto. Una buona parte di jig ce li siamo autocostruiti fondendo il piombo in stampi che avevamo gia’ creato negli anni passati ed una parte li abbiamo acquistati. Da fare attenzione che si parla di jig a movimento lento e non sono assolutamente i jig che ora da noi si possono trovare nei vari nostri negozi di pesca, che sono “high speed”. Questi ultimi funzionano poco o nulla in Norvegia! Prima la Blue Fox ne produceva un buon numero di modelli, ma ora li ha purtroppo tolto quasi tutti da listino. Su alcuni siti web esteri siamo riusciti comunque a trovarne un po’ (http://www.fishing-mart.com.pl/, www.bohemiafishing.cz). Se ne trovate ancora vi consiglio gli Atomsilda, i Dip, gli Herring. Le grammature vanno dai 50 ai 300 grammi. Discreti risultati anche con gli ichiku e con i kabura sicuramente più facili da reperire anche qui da noi.
Noi ci siamo anche portati una ancora galleggiante, praticamente una sorta di paracadute da mettere in mare collegato ad una fune che ha il compito di rallentare la velocita’ della barca; è di utilita’ estrema soprattutto in condizioni di vento. Minore è la nostra velocità mentre facciamo jigging, maggiore saranno le catture.
Per chi volesse avventurarsi all’estremo nord della Norvegia, come abbiamo fatto noi, deve tenere conto che le temperature, anche in piena estate raramente possono superare 15 gradi. È bene quindi vestirsi in modo adeguato con pile, giubbotti pesanti, salopette imbottita (tipo quelle da sci), stivali e cerata in caso di pioggia. Ad ogni modo le bizzarrie del tempo possono manifestarsi in giornate con uno stupendo sole da permettere la pesca anche in maniche di camicia.
Dal canto nostro abbiamo trovato sempre giornate ventose e fredde anche se soleggiate e a volte nuvolose. Per un giorno e mezzo ha anche piovuto abbondantemente e brevemente nevicato; le temperature non hanno purtroppo mai passato i 12 gradi.
Per informazione carattere generale sulla Norvegia potete contattare l’Ufficio del Turismo Norvegese (Tel: 02-85451450 e-mail: italy@invanor.no) consiglio inoltre di visitare l’interessante sito web http://www.vistnorway.com/ .
Per quanto riguarda la regione di Tromso potete contattare il locale Ufficio del Turismo (Destination Tromso, Storgata 61-63, Postboks 311, N-9253 Tromso, Norvegia, E-mail: info@destinasjontromso.no, http://www.destinasjontromso.no/ ) che vi invierà materiale informativo su tutta la regione e su la città più numerosi indirizzi utili.
Molte informazioni interessanti sulla pesca e i pesci norvegesi le potete trovare al sito A Pesca in Norvegia
Per quanto riguarda la pesca noi ci siamo appoggiati alla Din Tur, un’agenzia Norvegese che propone vari pacchetti viaggio che comprendono l’affitto di una casetta, di una barca, situate nelle vicinanze del mare o all’interno del paese su un bellissimo lago o fiume. Potete contattare la Din Tur al seguente indirizzo: Din Tur, Neptunveien 1, N-7650 Verdal, Norvegia, oppure tramite posta elettronica: office@dintur.no o visitare il loro sito www.dintur.no
La Norvegia si può raggiungere con voli diretti o con scalo dai principali aeroporti italiani. Dalla capitale Oslo vi è in coincidenza il volo per Tromso, che dura circa 2 ore. Da qui noi abbiamo noleggiato una macchina ed abbiamo percorso la strada fino a Buvik. Ci vuole almeno un ora abbondante. Il comodo di questa località è che non si devono prendere ferry boat per attraversare i fiordi.
Solitamente quando si noleggia la macchina non vengono fornite cartine dettagliate, e conviene quindi comprarsela qui in Italia oppure scaricarsi la strada da internet. Da ricordarsi che in Norvegia non vi è l’ Euro ma la moneta nazionale è la corona norvegese. Qui comprare da mangiare costa un “botto” oltre il doppio che in Italia!