DESTINAZIONI DA SOGNO



Tutti gli amanti della pesca a spinning amano sognare la cattura di pesci giganteschi, la cosiddetta “la pescata della vita”; quello enorme, raro o sconosciuto, che attacca brutalmente l’ artificiale, combatte per mezzora tra salti e lunghe fughe sotto la superficie, e che finalmente lo portiamo a riva, lo ammiriamo con tutto il nostro stupore e dopo una serie di belle foto lo rimettiamo in acqua libero di andarsene.
C’è anche chi, invece per la pescata da sogno vorrebbe raggiungere località selvagge, completamente vergine e inesplorate catturarne magari talmente tanti che una volta tornato dal viaggio appende la canna al chiodo per un po’ tale è la soddisfazione avuta.
Un sogno appunto, un sogno per la maggior parte di degli appassionati pescatori. Gia,’ il potersi recare all’estero in zone lontane, magri remote e sperdute, di sicuro incide non di poco sul nostro portafoglio, ma a volte non basta essere in uno dei posti migliori al mondo per catturare il pesce da sogno, ma bisogna trovarsi nel momento giusto, nella zona giusta, con l’esca giusta e con la giusta dose di fortuna.
Ed è comunque questo che rende la cattura del nostro agognato pesce un evento eccezionale da poter ricordare per lunghissimo tempo, se non per sempre.
Sicuramente in questi ultimi anni grazie ad internet si puo’ venire a conoscenza dei piu svariati posti al mondo dove poter catturare i pesci più differenti combattivi e tanto a lungo sognati
Qui ecco quindi alcune destinazioni semi-inarrivabili per motivi di difficolta’ logistica, organizzativa o perché veramente inarrivabili ai più per gli alti costi da dover sostenere.

Great Barrier Reef

L’Australia, la Grande Barriera Corallina, forse il posto più pescoso al mondo e con la maggiore varietà di pesci predatori oceanici e non che si possono catturare. Sicuramente è il luogo da sogno per eccellenza, chi desidera lanciare un popper e iniziare il recupero senza poter prevedere cosa accadra’, bene questo è il posto giusto; magari un enorme giant trevally attaccherà l’esca (qui arrivano fino a 60 chilogrammi) o magari un dogtooth tuna di 80-100 chili ci brucera’ la frizione portandoci via tutto il nostro trecciato da 100 libbre o chissà che cosa altro…..
Qui non ci si puo’ permettere di lasciare nulla al caso per quanto riguarda l’attrezzatura, tutto deve essere tassativamente extra extra strong. Si deve poter lanciare esche da oltre 100 grammi ed avere mulinelli contenenti almeno 250 metri di trecciato da 80 libbre, anche se il 100 libbre sarebbe molto molto meglio.
Qui solitamente la difficoltà principale non è agganciare il pesce, ma riuscire a portarlo in barca!! La prima reazione che farà il predatore una volta allamato è dirigersi verso il fondo e cercare di tagliare il filo sui coralli.
Se la destinazione è la numero uno al mondo, bisogna appoggiarsi ai numeri uno. La Nomad Sportfishing è una organizzazione che opera quasi esclusivamente per gli appassionati di spinning e jigging. Una volta arrivati nella città di Cairns (servono almeno 28-30 ore di viaggio dall’italia!) con un idrovolante si raggiunge in un paio d’ore la mothership che è in attesa solitamente in uno sperduto e poco conosciuto reef della barriera corallina. A disposizione ci sono poi diverse barche e relative guide che in base alle richieste del cliente si adopereranno per cercare di fare catturare i pesci piu grossi possibili. (per chi di voi vuole “soffrire” un po’ dia una occhiata alla gallery che c’è sul loro sito web. Da paura!!).
Veniamo alle note dolenti: primo, l’Australia si trova dall’altra parte del mondo, ci vogliono un sacco di ore per raggiungerla; secondo il servizio esclusivo e di prima classe che ci fornisce la Nomad Sportfishing se lo fa pagare bene! Diecimila euro per una settimana di pesca non dovrebbero bastarvi….!!
Se il costo di una vacanza di pesca qui è una semi follia, anche per il solo costo della attrezzatura (minimo 2 canne e relativi mulinelli + una valigia piena di artificiali ecc.) bisognerebbe farsi fare un finanziamento…Magari vincendo al Superenalotto ci si puo’ fare un pensierino.
Bisogna poi prenotare con larghissimo anticipo…è sempre tutto pieno….Ma se prenotate almeno un anno prima vi fanno anche lo sconto…!!


Congo

Il Congo vuole dire Africa, l’Africa più profonda e sconosciuta. Qui vi è uno dei pesci più difficili da catturare al mondo il goliath tigerfish. Questo pesce sembra vivere esclusivamente nelle acque dell’immenso fiume Congo e in pochi suoi tributari; al momento non vi sono alcuni report confermati di catture al di fuori di questa zona. In passato vi erano voci che ne fossero stati catturati anche nel laghi Tanganika e Upemba ma appunto erano solo voci.
Quello che appunto rende magica la cattura di questo pesce è appunto il fatto dell’enorme difficoltà nel riuscire ad agganciarlo.
Questo enorme predatore dalle fattezze terrificanti è uno dei predatori d’acqua dolce più raro e grande di tutta l’Africa. Ha delle mascelle impressionanti con dei denti sovradimensionati che gli consentono di poter tranciare in due prede grandi anche un quarto della sua mole. Può arrivare fino ad un peso di circa 60 chilogrammi ma il peso medio oscilla tra i 20 e i 30 chilogrammi. Una volta allamato è un potente combattente e la sua difesa è costituita da lunghissime fughe interrotte da salti fuori dall'acqua.


Il Congo è stato devastato da guerre civili per numerosissimi anni e queste zone sono state off-limits per lunghissimi periodi. Solo negli ultimi anni ci è stata una timida proposta di una organizzazione locale che ha iniziato a proporre la pesca a questo pesce. Conosco pescatori che hanno sognato per anni di potersi recare in queste zone, che hanno fatto pazzie pur di poter essere una delle pochissime persone al mondo ad aver catturato questo pesce. Ad ogni modo, ora, un minimo di logistica organizzativa c’è, e con un po’ di fortuna si puo’ catturare questo mega predatore. Ricordiamoci comunque che è sempre Africa, anche l’inconveniente più banale puo’ trasformarsi in un grosso intoppo nel corretto proseguimento della vacanza di pesca. E’ bene munirsi di una gran dose di pazienza filosofica.
Per i piu’ curiosi posso consigliare di acquistare (tramite www.amozon.com) il libro “The largest tigerfish in the world, the Goliath” scritto da Douglas Dann nel quale oltre a spiegare aneddoti e tecniche di pesca effettuate sul fiume Congo, si possono ammirare spettacolari fotografie di esemplari fino ai 50 chili di questo feroce predatore.


La Zona

Quando qualche anno fa “La Zona” è stata aperta ai pescatori c’è stata una ressa tale di appassionati (gente con il portafoglio pieno) disposte a sborsare cifre esorbitanti per poter immediatamente accedere alle vergini acque di del fiume Uruguay a Salto Grande.
Facciamo un passo indietro: una ventina di anni orsono Argentina e Uruguay si accordarono per costruire una gigantesca diga sul fiume Uruguay per poter produrre energia elettrica. Dopo anni di lavoro tutto fu ultimato e come in ogni stato civile, la pesca e qualsiasi attività sul fiume nei primi chilometri di vicinanza alla diga fu totalmente bandito. Bene dopo quindi decenni di riserva naturale forzata, in questa “zona” appunto, si è creato un ecosistema unico con una concentrazione di dorado impressionate, ma ancora di piu’ è l’elevata taglia media di cattura.
l dorado sono pesci che come forma può essere paragonata a quella di una specie di trota preistorica con un apparato boccale possente paragonabile a quella di un Pit Bull. La sua pelle è veramente dura e con squame molto coriacee di un colore giallo-oro intenso, per questo che gli ittiologi quando lo scoprirono lo chiamarono dorado, cioè pesce dorato.
I dorado sono i predatori più possenti e forti di tutto il Sud America; una volta allamati sono imprevedibili, alternano lunghe fughe sotto la superficie ad un numero incredibile di salti fuori dall’acqua. Possono arrivare a superare i 20 chilogrammi ed in passato si narravano storie di enormi dorado con peso prossimo ai 30 chili catturati nel fiume Parà in Argentina .E’ un pesce molto sensibile all’inquinamento, e il suo numero e taglia si è ridotto drasticamente in questo ultimo decennio.
Capite che quindi, quando si è risaputo che la pesca qui veniva riaperta, c’è stato un caos incredibile negli estimatori di questo pesce.
Untamed Angling, i gestori della pesca qui, sono riusciti a convincere le autorità locali a farsi dare un permesso per poter pescare e lo hanno ottenuto anche se con numerose limitazioni: tutti i pesci devono essere marcati e liberati per poi studiarne eventuali migrazioni. Si puo’ pescare solo 4 giorni alla settimana e poi ci sono tre giorni per fare riposare le acque. Solo due barche sono ammesse, quindi vuol dire solo quatto pescatori la settimana e solo in alcuni periodi prestabiliti dell’anno. Non ultimo, per accedere a “La Zona” si deve pagare profumatamente il relativo permesso.


Amazzonia selvaggia

Sicuramente di tutte le altre destinazioni elencate in questo articolo è la più facile da raggiungere e la più facile a livello logistico organizzativo. L’ Amazzonia è la regione Sud Americana più vasta ed ospita il mitico Rio delle Amazzoni e i suoi centinaia e centinai di fiumi tributari. Le zone più remote di questa regione ospitano una quantità impressionate di pesci, dai piccoli pesciolini colorati di pochi centimetri fino al gigantesco arapaima che puo’ superare i tre metri.
Ad ogni modo a farla da padroni qui sono i peacock ed in maniera minore il payara.
Il peacock ha un comportamento molto simile al bass di casa nostra, amando acque calde e tranquille e zone con forte vegetazione e strutture sommerse dove può trovare un buon numero di piccoli pesci da predate. Sembra comunque che gli esemplari più grossi siano quasi sempre catturati in superficie proprio durante le ore più calde. La differenza è che ha almeno una forza dieci volte superiore al nostro bass. Qui le esche devono essere super rinforzate. Dimentichiamoci quelle che usiamo a casa nostra. Qui bisogna munirsi di esche appositamente studiate per questo pesce e con ancorette sovradimensionate (il mitico Woodchopper).
Il peso massimo che puo’ raggiungere non è elevatissimo, diciamo intorno ai dieci chilogrammi; quello che c’è di bello è che se si capita nel posto giusto al momento giusto se ne possono catturare 50 o più esemplari al giorno. Il problema appunto è capitare nel momento giusto!!
Ogni anno dopo la fine del periodo delle piogge durante il quale il Rio delle Amazzoni esonda coprendo la foresta, l’acqua inizi a ritirarsi e i peacock vanno a rifugiarsi in laghi chiusi o semi chiusi che si vengo a creare, o in ampie lanche dei fiumi. Qui si ha una concentrazione impressionate di questo predatore che inizia a cibarsi di tutto quello che ha intorno. Quindi se si ha il “culo” (scusate l’espressione, ma ci vuole) di arrivare in questi momenti, magari anche quanto il cibo per i peacock inizia a scarseggiare….bene, si possono veramente fare numeri stratosferici. Il tutto purtroppo dura solitamente 2-3 settimane massimo.
Purtroppo ogni anno è diverso da quello precedente e non si puo’ mai sapere quando inizieranno a calare i fiumi e si avranno queste condizioni. Un anno puo’ essere a dicembre, e l’anno dopo a febbraio; poi ovviamente dipende da fiume a fiume.
La cosa migliore sarebbe affidarsi ad un tour operator serio che ci possa avvisare per tempo in modo da cercare di azzeccare il piu possibile.
Di tour operator specializzati ce ne sono decine e decine, principalmente americani. Io vi consiglio Kalua Pesca, che è gestito da appassionati pescatori brasiliani che sanno veramente il fatto loro e si spingono sempre in zone molto lontane e poco conosciute; ad ogni modo la scelta è molto soggettiva.


Jurassic Lake

Bene ragazzi, questo è il classico posto dove si puo’ dire che c’è più pesce che acqua. La concentrazione di trote qui ha dell’incredibile e la taglia media è elevatissima. Tanto per farla breve una trota da due chili è piccola!!!
Poche persone al mondo hanno avuto la fortuna di recarsi nella Patagonia Argentina per pescare in questo lago; il suo vero nome è lago Strobel, ma ormai è chiamato solo Jurassic Lake. Fino a poco tempo fa sconosciuto a tutti questo sperduto lago è una vera e propria anomalia biologica. Un decennio fa una serie di imprenditori decise di creare un grosso allevamento di trote iridee ed inizio’ ad introdurre in questo lago (circa 65 chilometri quadrati) una gran quantità di trote. A causa di varie ragioni e soprattutto a causa della zona remota dove questo lago si trova, tutto fu abbandonato e dimenticato per anni. Questa zona si trova in una regione alquanto impervia da raggiungere e le temperature rigide e i venti gelidi la fanno da padrone.
In questo lago le trote si sono moltiplicate a dismisura e soprattutto, cibandosi di gamberetti d’acqua dolce, il cui lago è ricco, hanno raggiunto delle taglie incredibili. Mediamente un pesce qui si aggira sui 3-5 chilogrammi e catturare un esemplare di oltre dieci chilogrammi non è così difficile. Una ventina di pesci al giorno sono la norma, e durante l’alta stagione, che va da ottobre a gennaio, ci si può aspettare tranquillamente anche una cinquantina di trote a testa. Il record non ufficioso parla di 80 pesca catturati da un pescatore tra cui un “bestio” da 12 chilogrammi.
E’ principalmente una destinazioni per gli amanti della pesca a mosca, ma i pochi appassionati di spinning che si sono recati qui hanno fatto sfaceli. Nelle rarissime giornate senza vento hanno potuto fare anche un po’ di traina con l’aiuto di un piccolo gommone, e i risultati sono stati strepitosi con esemplari veramente giganteschi!


Il difficile è raggiungere questo posto; una volta giunti a Buenos Aires bisogna prendere una serie di voli aerei ed alla fine sono necessarie almeno 6-8 ore di macchina su sterrati da paura per arrivare fin qui. Le bucature dei pneumatici sono all’ordine del giorno. Qui, poi, non ci sono hotel di lusso e confort vari, ma solo due differenti accampamenti abbastanza approssimativi per garantire una decente sopravvivenza. Il paesaggio sembra quello di Marte, solo rocce di colore rosso e qualche raro arbusto; le temperature qui, anche d’estate sono parecchio rigide, con venti sempre molto forti e gelidi. Ovvio che tutti questi sforzi ne vengono ripagati dalle catture al di fuori del normale. Vi consiglio di dare una occhiata in internet ai vari filmati che si possono vedere di questo magnifico lago e delle sue trote, roba da pelle d’oca.

A seconda dei gusti pescatori ci sarebbero anche altre destinazioni sicuramente più fattibile e meno remote che possono comunque coronare il sogno di svariati pescatori, magari il Canada ed i suoi lucci, l’Alaska con la sua risalita annuale di salmoni, i bass giganteschi che si possono prendere nei laghi del Messico e cosi’ via, ma magari ne parleremo in un prossimo articolo.
Ad ogni modo per chi potesse e volesse catturare a tutti i costi il selvaggio “pesce da sogno”, un grosso in bocca al lupo e tanta fortuna, ne avrete bisogno!!


Contatti Utili

Per colui il quale avesse la fortuna economica per potersi permettere una avventura simile o che abbia comunque il desiderio ad ogni costo di poter coronare un sogno ecco qui sotto i vari contatti utili per poter organizzare il “viaggio della vita”.

Australia
www.nomadsportfishing.com.au

Congo
www.tigerfishcamp.com

La Zona
www.untamedangling.com

Amazzonia
www.pescarte.com.br

Jurassic Lake
www.loopadventures.com